Anche Corriere di Romagna – Rimini (oltre a Il Resto del Carlino – San Marino) si è occupato ieri del patteggiamento ottenuto da Giovanni Mercadini, già, in contemporanea, presidente dell’Istituto di Credito Sammarinese ed Amministratore delegato e Direttore di Credito di Romagna, per il procedimento aperto presso la Procura della Repubblica di Forlì, nel quale figurava fra i 19 indagati.
La Banca d’Italia aveva riscontrato rilevanti anomalie negli assetti proprietari e significative disfunzioni del sistema di governo aziendale e dei controlli interni, nonché diffuse violazioni delle norme anti-riciclaggio e di trasparenza (parallelamente agli accertamenti partì una secondo inchiesta della procura di Forlì). Mercadini col patteggiamento ha chiuso il conto con la giustizia per entrambi i filoni: il fatto che la pena sia inferiore ai 12 mesi, potrebbe dare la possibilità al banchiere di tornare a fare il proprio lavoro.
Maurizio Burnacci di Il Resto del Carlino ha scritto ieri: “Si depone di colpo l’aspra oratoria processuale annunciata. Il pronosticato sferzare di codice penali— visti gli antefatti orchestrati da Bankitalia prima e ritmati poi dalle risolute mosse degli inquirenti— s’è cristallizzato in un verdetto sottoscritto oltre le porte chiuse della stanza del giudice dell’udienza preliminare; verdetto pubblico al termine di un circuito di fine diplomazia penale tra le parti. Il frutto è un patto. Un patteggiamento. Che è, di fatto e in diritto, una condanna: Giovanni Mercadini, fondatore e manager tuttofare del Credito di Romagna (ora interdetto dalle funzioni), ha incassato una pena (sospesa) di undici mesi e venti giorni di reclusione. Mercadini doveva rispondere di reati ricavati dalla violazione dei regolamenti del Testo unico bancario (Tub). In particolare, i capitoli 132 e il 136. Il primo è l’articolo relativo all’esercizio abusivo dell’attivita bancaria. Bankitalia e gli investigatori della Squadra mobile coordinati dai pm Fabio Di Vizio e Marco Forte contestavano a Mercadini l’affidamento di finanziamenti ‘in pool’ con la Ibs, l’Istituto bancario sammarinese (cui Mercadini partecipò in passato come socio-fondatore). Il regolamento è chiaro: una banca extracomunitaria è priva di autorizzazioni per operare in Italia. Il 136 del Tub è il comma che insiste sulla violazione della normativa antiriciclaggio”.