Si dà il caso che Italia e San Marino abbiano stabilito di organizzare un censimento pressoché in contemporanea.
Quello italiano (il 15°) è intitolato: ‘Censimento della popolazione e delle abitazioni‘ (accompagnato da quello dell’industria e dei servizi, ecc.)
A San Marino invece è intitolato: ‘6° censimento generale della popolazione presente sul territorio della Repubblica’.
È quell”abitazioni’ che fa la differenza.
E la differenza è ancora più evidente ed eclatante se si ricorda il titolo del referendum precedente, il 5° nella Repubblica di San Marino, effettuato nel 1976: ‘5° censimento generale della popolazione e 1°
censimento generale edilizio.
Insomma il nuovo censimento sammarinese si distingue per una stranezza: esclude gli immobili.
E ciò nonostante che Nuovo Partito Socialista uno dei partiti della coalizione Patto per San Marino, maggioranza in Consiglio Grande e Generale, avesse fatto del
censimento edilizio il proprio cavallo di battaglia sulla base, appunto, di quanto avvenuto nel 1976.
Di fatto i poteri forti che hanno impedito la riforma del catasto e nel primo e nel secondo governo post giugno 2006, di fatto hanno prevalso anche col governo attuale.