“La finzione
sammarinese” è intitolato il contributo del Procuratore Capo della Repubblica a Rimini, dr. Paolo
Giovagnoli, a Mafie
a San Marino, libro di Antonio Fabbri, David Oddone e Monica Moroni
(editore Carlo Filippini, L’Informazione di San Marino).
Vi si trova fra l’altro un paragone fra lo status dei rapporti Repubblica di San Marino – Italia e quello dei rapporti Principato di Monaco – Francia.
Le conoscenze acquisite da quando dirigo la Procura della Repubblica di Rimini mi hanno dato di San Marino una immagine molto diversa da quella che avevo in precedenza.
Questo minuscolo Stato ha nei rapporti con l’Italia un regime totalmente diverso da quello che ha ad esempio il Principato di Monaco con lo Stato francese.
L’Italia considera reale l’indipendenza di San Marino, non influisce nella scelta non solo dei suoi governanti ma neppure in quella dei dirigenti della polizie e dei magistrati; la cooperazione in materia penale è realmente operante solo attraverso rogatorie formali internazionali, cosicché fino ad epoca recentissima il segreto su tutte le informazioni sensibili da un punto di vista finanziario detenute nella repubblica era totale.
Purtroppo non è più così. Perché negli anni Novanta una classe politica di qualità così mediocre quale il Paese non ha mai avuto – altrimenti non sarebbe andato così avanti nella storia – ha rovinato il Paese depenalizzando i reati fiscali e societari. Così sono piovuti a San Marino delinquenti da ogni parte del mondo sicuri di scamparla dalla giustizia. La Repubblica di San Marino, invece di raddrizzare subito dette norme motu proprio, ha cominciato a farlo solo sotto pressione esterna. Fino a ridursi ad accettare imposizioni (come quelle firmate il 26 novembre 2009) che avviano il paese alla monachizzazione.