San Marino. Nuovi vertici “Cassa Risparmio” dalle opposizioni fuoco incrociato contro il Governo

San Marino. Nuovi vertici “Cassa Risparmio” dalle opposizioni fuoco incrociato contro il Governo

L’informazione di San Marino

Dopo la convocazione del segretario alle Finanze per comunicazioni relative al Cda di Carisp si alza il tono della polemica politica

Nuovi vertici “Cassa Risparmio” e Legge per lo Sviluppo dalle opposizioni fuoco incrociato contro il Governo 

DiM: “Sull’istituto bancario i piani dell’Esecutivo sono stati tessuti tra autoritarismo, opacità e mancate risposte”

Pdcs: “L’inesperienza e l’incapacità mostrate da questa maggioranza non possono essere la causa della rovina del nostro Paese”

“Su Cassa di Risparmio i piani del governo sono stati tessuti tra autoritarismo, opacità e mancate risposte”. DiM spara ad alzo zero sul Governo dopo la riunione svoltasi col segretario alle Finanze. L’altro ieri pomeriggio, infatti, le forze politiche sono state convocate urgentemente dal segretario Celli per una comunicazione riguardante Cassa di Risparmio. Il governo ha comunicato che il Congresso di Stato ha emanato una delibera per avviare le procedure necessarie alla convocazione dell’assemblea degli azionisti di Cassa di Risparmio e ha sottolineato la volontà di modificarne la composizione del Consiglio di Amministrazione, sia nel numero dei membri, sia sostituendo le persone che attualmente lo compongono. “L’intento – ha detto il Segretario alle Finanze Simone Celli – è quello di implementare l’operatività presente e futura di Cassa di Risparmio attraverso un piano di consolidamento e di sviluppo avvalendosi della collaborazione di figure professionali in grado di accompagnarla nel percorso di trasformazione e internazionalizzazione”. (…)

Democrazia in Movimento Duro l’attacco di Democrazia in Movimento (DiM). “La nostra coalizione, composta da Rete e MdSi – si legge in una nota di DiM -, era presente all’incontro che, ancora una volta, si è rivelato come l’ennesima falsa condivisione: ancora una volta il governo ha proceduto in modo autoritario, senza confrontarsi con nessuno, limitandosi a comunicare le proprie decisioni solo a giochi fatti. La delibera del Congresso di Stato era stata infatti già emanata durante la mattinata. Nessuna volontà di confronto o di approfondimento. Come se non bastasse, Celli e Podeschi -prosegue la nota DiM- non hanno neppure risposto alle nostre richieste di chiarimento. Ad esempio abbiamo domandato da cosa è motivata la fretta nel nominare un nuovo Consiglio di amministrazione in Carisp, quando il vecchio CdA è prossimo alla naturale scadenza i primi di maggio? Realisticamente non si farà neanche in tempo a iniziare la modifica dello statuto, e allora che senso ha una prova di forza di questo tipo? Abbiamo chiesto se il governo si renda conto del fatto che, così operando, sta generando situazioni di incertezza senza alcuna cautela rispetto alle possibili reazioni dei correntisti. Il rischio è un deflusso enorme di denaro da Cassa di Risparmio che, anche rimanendo di proprietà dello Stato (come più volte Celli ha ribadito) si troverebbe in capo solo un grosso mucchio di debiti. Sempre durante l’incontro abbiamo evidenziato che: non viene spiegato con quale metodo è stata portata avanti l’Aqr cioè la valutazione della qualità dei crediti deteriorati (e chi osa chiederlo viene indicato come un nemico del governo e di Banca Centrale); la Centrale Rischi non viene attivata e ormai l’Aqr è agli sgoccioli; Banca Centrale ha in mano i dati inviati dalle banche ma non li condivide e quindi, di fatto, non condivide i nomi dei grandi debitori. Tutti questi elementi, insieme ad altri che abbiamo analizzato durante la recente serata pubblica sulle banche, ci fanno temere che la linea portata avanti dal governo non risponda né all’ordine del giorno che la maggioranza ha votato, né a un indirizzo della segreteria Finanze. Sembra invece che risponda alle necessità di qualcun altro, non si sa di chi (anche se qualche idea ce la siamo fatta). E soprattutto la volontà non sembra affatto quella di salvaguardare le banche, ma di farle saltare. A parole – conclude DiM – il governo rassicura tutti, nei fatti ogni azione compiuta e sottaciuta, ogni domanda che rimane senza risposta contribuisce a far aumentare le nostre preoccupazioni”.

Democrazia cristiana Ancora più pesante l’attacco sferrato dal Pdcs; “L’inesperienza e l’incapacità di questo governo non possono essere la causa della rovinadel Paese – scrive la Dc -. A mano a mano che il Governo e la maggioranza iniziano a palesare il loro modo di intervenire sulle problematiche note del Paese, le preoccupazioni dei cittadini crescono. Se all’inizio della legislatura certe maldestre prese di posizione si potevano giustificare con l’inesperienza e con il poco tempo avuto a disposizione, ora che all’inesperienza si aggiungono l’arroganza e l’incapacità dell’Esecutivo a produrre ragioni attorno alle quali sia possibile ricercare una qualche condivisione, non ci sono più giustificazioni e occorre riconoscere che inevitabilmente si generano insicurezza e allarmismo con gravi conseguenze per tutto il sistema-paese. Per rendercene conto – prosegue il Pdcs – basta guardare cosa sta avvenendo nei settori che anche il nuovo Governo aveva indicato come prioritari: la stabilità dei conti pubblici, la solidità del sistema bancario e finanziario, lo sviluppo e il lavoro. Sui conti pubblici il Congresso di Stato, attraverso quella che è stata dapprima definita ‘operazione verità’ poi convertita in ‘operazione consapevolezza’, non ha fatto altro che enfatizzare una situazione già nota di carenza di liquidità in alcuni mesi dell’anno, fino a paventare la difficoltà a pagare gli stipendi di giugno. Di fronte alla gravità di queste dichiarazioni, non è stata avanzata nessuna proposta precisa di soluzione ma generiche affermazioni tranquillizzanti del tipo ‘ce la faremo!’, oppure, peggio ancora, ipotesi di intervento come il ricorso al debito estero o alla patrimoniale, ipotesi che non hanno certo contribuito a rasserenare la cittadinanza. Riguardo al consolidamento del sistema bancario, la sequenza degli eventi è ancor più allarmante. Dopo il rifiuto continuo del Governo ad esemplificare con chiarezza su quali prospettive di sviluppo si intendesse indirizzare il sistema stesso e, contemporaneamente, attraverso quali interventi agire per superare alcune delle criticità presenti, abbiamo assistito negli ultimi giorni, impotenti e senza conoscerne le motivazioni, al commissariamento di Asset- banca e, notizia delle ultime ore, alla decisione di esautoramento del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio, a poco più di un mese dalla approvazione dei bilanci e alla naturale decadenza del Consiglio stesso. Di fronte ai danni irreparabili che questi interventi stanno generando sull’intero sistema, il Governo non sa opporre altro che la intangibilità dell’operato di Banca Centrale, ignorando totalmente i compiti e le responsabilità che spettano inderogabilmente all’Esecutivo. Sullo sviluppo e sulla necessità di creare nuove prospettive di occupazione l’astrattezza e la pericolosità dell’Esecutivo raggiungono l’apice. Con la proposta infatti di ‘Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico’, nella quale si prevede un maggior onere contributivo sull’impiego di frontalieri rispetto ai sammarinesi, il Governo incassa la contrarietà forte e immediata degli imprenditori e del Sindacato e, se non bastasse, le reazioni preoccupate dei parlamentari italiani e le possibili ritorsioni nell’applicazione degli accordi sottoscritti e nei percorsi di associazione con l’Ue. Il Pdcs – conclude la nota – continuerà ad opporsi a questo modo di governare e cercherà nuove modalità di coinvolgimento della cittadinanza, affinché insieme si possa fermare la pericolosa deriva che l’Esecutivo e la maggioranza stanno imprimendo al Paese”.

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