San Marino Oggi: È SEMPRE COLPA DEI GIORNALISTI?
Ognuno si prenda le proprie colpe, ma non potrà essere dei giornalisti anche quella della camorra. Il lungo dibattito in Consiglio sul “caso Fincapital”, lo ricordiamo, è stato voluto e partecipato per parlare chiaramente ai cittadini: per spiegare loro come i governanti rispondessero alle accuse su un connubio – abominevole – tra la malavita e la politica. C’è chi ha attaccato il vecchio sistema, chi ha fatto quadrato e ha difeso il nuovo, chi ha elencato i pregi del nuovo corso, chi ha condannato le chiacchiere sterili e ha chiesto a viva voce chi, tra quelli seduti sugli scranni, potesse vantare uno stretto rapporto con l’avvocato Bacciocchi.
C’è anche chi, con tanto coraggio, ha condannato la deriva affaristica di una parte del Titano e se l’è presa con chi lancia oggi strali, ma ieri chiudeva un occhio sui tanti affari del notaio. Qualcuno, forse per distrarre, forse per cercare un escamotage, ha provato a sminuire le colpe e le accuse, parlando di un giornalismo a volte “romanzato”.
Noi, dall’altra parte del cavo, alla radio, rimaniamo attoniti. Nessun giornalismo – se anche, ipotizziamo, malsano – può peggiorare il contenuto delle intercettazioni e delle accuse mosse ai 28 arrestati dalla Dia di Napoli. La politica, riunita in Consiglio, dovrebbe ricordare che di quel “pactum sceleris” tra Vallefuoco e Bacciocchi, “tale che per il primo non doveva essere ostacolato il gruppo politico di riferimento del secondo”, non sono i giornalisti a scriverlo. Ma il comunicato stampa ufficiale diramato dalla Procura di Napoli e in mano a tutti noi colleghi della comunicazione. Ancora prima, sta nelle intercettazioni. C’è chi le ha riprese pedissequamente, chi le ha calate in un contesto, chi le ha spiegate. Ma nessuno di noi, le sta romanzando.
Leggi la ordinanza cautelare del gip di Napoli Isabella Iaselli con intercettazioni
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Marino di N. Montebelli