San Marino Oggi, a proposito della sentenza del Tribunale di San Marino sui clienti Smi e Carifin, titola: Rogatorie
Smi e Carifin, i legali pensano al
ricorso a Strasburgo
Ricorsi Smi e Carifin, i legali stanno pensando a un’altra istanza, magari alla Corte di Strasburgo, per fermare le risultanze delle due maxi rogatorie. All’indomani delle notifiche delle tre sentenze depositate dal giudice di terza istanza Lamberto Emiliani con le quali si dà il via libera alla
trasmissione di informazioni all’Italia,
a parlare è l’avvocato Manuel Micheloni,
presidente dell’Ordine degli avvocati e “guida”
del pool dei 15 legali che hanno gestito
e portato in aula i 54 ricorsi alle due
rogatorie. “Per quanto riguarda la
sentenza sulla rogatoria Smi – specifica
Micheloni – la
faccenda è più complessa perché legata a
una violazione di termini nel
procedimento italiano, che ha prodotto
effetti sull’utilizzabilità o meno dei
documenti. Ma la
sentenza Carifin,
quella che più competeva, di fatto ratifica
la decisione del giudice d’appello che
noi contestavamo. Ora, stiamo valutando l’opportunità
di presentare altre forme di gravame
anche a livello europeo o interno. Si
riuniranno tutti i 15 legali, come stato
fatto in passato. Ma non sappiamo per
quando è previsto l’invio delle due rogatorie: non esiste un termine per legge”. Ciò che contestavano i 54 ricorrenti era appunto la trasmissione di tutti gli atti e dei nomi dei correntisti, che comunque non risultavano indagati nell’ambito delle due inchieste forlivese e romana. Nello specifico, il riferimento di Micheloni alla rogatoria Smi e al vizio procedurale starebbe nel fatto che le risultanze della rogatoria sarebbero
comunque inutilizzabili dalla Procura di
Roma visto che il pm Perla Lori, che
coordina le indagini, ha inviato la
richiesta di collaborazione giudiziaria
a San Marino prima di chiedere una
proroga alle sue indagini. E quindi,
fuori tempo massimo. Perché dunque inviare
quei nomi se poi la Procura non li usa?