Nella Repubblica di San Marino la casta ha messo in cantiere l’Operazione Seppia per mantenere opaco l’ambiente finanziario all’interno del Paese con opportune oscuranti secrezioni, per neutralizzare eventuali effetti dello scambio automatico delle informazioni con altri Paesi, ormai ineluttabile perché imposto dall’esterno.
Dunque la trasparenza verso e da altri Paesi non deve ridurre il livello di opacità interna al Paese.
Regista politico dell’operazione non può non essere che Claudio Felici, Segretario di Stato alle Finanze. Non solo perché la materia è di sua competenza. Soprattutto perché ha già dimostrato sul campo di saperci fare.
Capitan Felici l’ha dimostrato:
– celando definitivamente i beneficiari effettivi dei soggetti finanziari;
– coprendo i ‘ritardari’ della monofase, nonostante la commissione d’indagine;
– procedendo con ancor maggiore spregiudicatezza dei predecessori, nell’erogazione, senza recupero, di soldi pubblici ai furfanti delle banche.
Con l’Operazione Seppia Felici estende la base del suo consenso fra i politici ben oltre la maggioranza governativa, cioè la coalizione San Marino Bene Comune. Avrà di qui in avanti, tutti per sé, i numeri con cui la casta si è sempre protetta davanti a qualche pericolo. Ad esempio quando dovette fingere di abolire l’anonimato societario.