San Marino. Ordinamento giudiziario, approvata la legge

San Marino. Ordinamento giudiziario, approvata la legge

Ordinamento giudiziario, approvata la legge

ANTONIO FABBRI – “Animus in consulendo liber” è l’espressione scolpita nell’architrave di una delle porte d accesso della Sala Consiliare del Palazzo Pubblico. E tanto “liber”, a sentire gli interventi fatti nel dibattito conclusivo
della legge costituzionale sull’ordinamento giudiziario, non deve essere stato l’animo di almeno una decina di consiglieri. Gli esponenti di Domani Motus Liberi mugugnano, ma, viste anche le loro professioni, si adeguano nonostante paventino la prospettiva di essere scaricati dalla maggioranza, adesso che i 39 voti non servono più. Quindi si turano il naso e votano con la Dc, come dichiarato per il suo gruppo da Michela Pelliccioni. Ma le affermazioni più inquietanti arrivano dal Gruppo misto (…)

Articolo tratto da L’Informazione

 

Articolo integrale di Antonio Fabbri pubblicato dopo le 23

“Animus in consulendo liber” è l’espressione scolpita nell’architrave di una delle porte di accesso della Sala Consiliare del Palazzo Pubblico. E tanto “liber”, a sentire gli interventi fatti nel dibattito conclusivo della legge costituzionale sull’ordinamento giudiziario, non deve essere stato l’animo di almeno una decina di consiglieri.

Gli esponenti di Domani Motus Liberi mugugnano, ma, viste anche le loro professioni, si adeguano nonostante paventino la prospettiva di essere scaricati dalla maggioranza, adesso che i 39 voti non servono più. Quindi si turano il naso e votano con la Dc, come dichiarato per il suo gruppo da Michela Pelliccioni.

Ma le affermazioni più inquietanti arrivano dal Gruppo misto, che pure però si adegua e vota a favore. Ciò non toglie che l’intervento sul voto di Denise Bronzetti, risulti molto significativo. “E’ con molto poca serenità d’animo che il gruppo misto, per cui faccio la dichiarazione di voto, si appresta a votare questa legge”, ha esordito. E poi ha esplicitato il motivo dell’inquietudine e, dopo avere ripercorso gli ultimi anni che ha affermato essere stati pesanti, ha aggiunto sulla legge e su chi dovrà farla camminare in particolare nei rapporti tra i poteri dello Stato: “vogliamo metterci la fiducia che francamente traballa, che francamente traballa molto, perché per quanto noi riusciamo a fare buone leggi, le leggi camminano sulle gambe delle persone… e sinceramente anche quello che è successo in questi ultimi giorni in queste ultime ore in quest’aula non ci è piaciuto per niente e continua a non piacerci affatto. E noi siamo delle persone libere, ancorché qualcuno ogni tanto voglia farci passare per delinquenti, ma siamo delle persone libere. Quindi i richiami che arrivano da più parti perché ci sia un giudizio favorevole, a noi non piacciono. Noi votiamo se riteniamo che sia giusto farlo, perché crediamo nel nostro potere che è quello legislativo, ma non è certo quello di legiferare come piace e come vuole qualcuno. E bisogna che cominciamo su questo ad essere tutti molto chiari. Qui dentro e fuori di qui. Qui dentro e fuori di qui”, ha ripetuto. “Questo è un appello, è un richiamo che noi ci sentiamo di rivolgere all’aula, perché anche nei prossimi giorni avremo da affrontare questioni importanti per la tenuta anche del nostro stato, dei nostri conti pubblici. E non solo: ancora una volta la politica chiamata a fare luce su aspetti che ahimé hanno avuto delle interessenze, e continuano ad avercene, anche nel tribunale e col tribunale”.

Insomma una chiara denuncia di pressioni dall’esterno per votare la legge. Prima dell’intervento della Bronzetti avevano fatto le loro dichiarazioni Libera e Repubblica futura. “Non ci riconosciamo assolutamente in questa legge che non doveva essere solo legge di governo e maggioranza – ha detto il capogruppo di Libera Eva Guidi – Abbiamo evidenziato criticità che andremo presto a toccare con mano e chissà se riusciremo a rivederle, essendo legge costituzionale. Esprimiamo dunque la nostra totale contrarietà e, con il massimo rispetto verso la Reggenza e l’Aula, annuncio che non parteciperemo alla votazione e non saremo neanche presenti in Aula”.

Quindi Nicola Renzi, capogruppo di Rf: “Questa maggioranza fin dalla passata legislatura ha fatto di tutto per bloccare il processo del secolo, il Conto Mazzini, per occupare, con nomine fatte in solitudine della sola maggioranza, il Collegio garante e per fare chiara pulizia etnica in tribunale e gli interessi degli amici degli amici o dei clienti. Noi non possiamo e non vogliamo prendere parte a questa votazione. La responsabilità di ciò che abbiamo discusso oggi, irreversibile, deve ricadere in maniera chiara su ciascun consigliere che la vorrà portare avanti e sostenere. Non è una responsabilità penale, ma di coscienza e politica. Molti di voi, in maniera trasversale, si rendono conto e sentono il peso di questa responsabilità ma preferiscono che le battaglie le facciano altri. Noi non ci siamo sottratti, malgrado intimidazioni e irrisioni”, ed anche Rf è uscita dall’aula. Tutte a favore, con diverse sfumature, le dichiarazioni di voto degli altri capigruppo che hanno comunque espresso amarezza – difficile dire se ipocrita o sincera – per l’uscita delle opposizioni dall’aula.

Così Manuel Ciavatta per la Dc, Gian Nicola Berti per Npr, Alberto Giordano Spagni Reffi per Rete, oltre a Rossano Fabbri, del gruppo misto membro di opposizione i quali hanno sostenuto la bontà della legge.

La votazione, tolta l’opposizione che non vi ha partecipato, ha visto l’approvazione della Legge Costituzionale con 43 voti a favore. Approvata poi – 37 favorevoli e 8 contrari – anche la Legge qualificata sulla Commissione affari di giustizia, il cui dibattito si è risolto velocemente, anche perché ritenuta ormai una legge inutile e illogica dalle opposizioni.

Giuseppe Morganti di Libera ha parlato di “pomeriggio nero per le istituzioni della Repubblica”.

 

 

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