San Marino. Orietta Ceccoli: una riflessione sulla libertà di espressione

San Marino. Orietta Ceccoli: una riflessione sulla libertà di espressione

Riceviamo e pubblichiamo da Orietta Ceccoli una lettera indirizzata alla Consulta per l’informazione di San Marino che contiene riflessioni sul tema della libertà di espressione in Repubblica.

In premessa desidero ringraziare il Presidente e il Direttivo della Consulta per l’informazione per la puntuale e tempestiva posizione assunta dopo la notizia del rinvio a procedimento penale di 8 cittadini che hanno semplicemente scritto articoli o commenti di vario contenuto e chiesto al giornale La Serenissima di pubblicarli.

Sono stata rimproverata in questi giorni da due operatori del settore informazione “ per aver scritto e chiesto di pubblicare il mio commento al giornale La Serenissima, testata che a loro parere non è conforme ai dettati della legge n. 211/2014.” Ho ribadito che non è mio compito controllare o verificare la legittimità di una testata giornalistica, perché ritengo che ci siano gli organi di controllo amministrativo, titolari di questa potestà. Vi assicuro che tutto ciò, in aggiunta al deferimento in sede penale, non è una situazione piacevole.

Da alcuni anni ho assunto la decisione di riprendere gli studi in ambito economico. Osservando i fatti che avvengono nella comunità in cui vivo, effettuo delle riflessioni, in maniera saltuaria e garbata, scrivo dei commenti, che contengono analisi, evidenziazione di criticità e conseguenti proposte.

Questi scritti li invio tramite email alle testate giornalistiche locali (Informazione, Repubblica La Serenissima, Fixing) on line (Libertas) chiedendo la pubblicazione degli scritti alla redazione. Talvolta invio per conoscenza i miei scritti e/o commenti ai partiti politici, ai sindacati, a poche associazioni e privati cittadini che conosco. Non ho mai percepito compensi in denaro o in altra forma e non desidero riceverli. Non sono una giornalista, non intendo svolgere questa professione. Sono una donna di 78 anni, che durante la sua vita ha svolto diversi ruoli professionali e penso di averli svolti discretamente bene. Ci ho sempre messo molto impegno, rigore e umanità. Il deferimento a giudizio penale per aver scritto sul giornale La Serenissima mi ha provocato confusione, ma non ho paura.

Fatta questa premessa, mi rivolgo a voi, che rappresentate legittimamente la funzione di analisi e di verifica del settore dell’informazione, per chiedervi: come cittadina di questa Repubblica ho la facoltà di esprimere liberamente i miei pensieri, le mie analisi, i miei commenti e le mie proposte in forma scritta e posso chiedere la loro pubblicazione ai mezzi d’informazione sammarinesi , senza avere il timore di essere sottoposta ad azioni penali, censure o altre limitazioni? La domanda riguarda azioni sporadiche, ma sequenziali, senza compensi e senza rapporti di lavoro.
Resta inteso che firmando gli scritti pubblicati sono responsabile del loro contenuto, per i criteri di dolo o colpa grave. Ma questo è un problema che è al di fuori dalla problematica del diritto di esprimere il proprio pensiero, garantito sia dall’art. 1 che dall’art. 6 della nostra carta di diritti.

Chiedo di avere la vostra risposta in merito e chiedo che la posizione abbia la massima divulgazione in modo che tutta la comunità sammarinese abbia ampia consapevolezza dei propri diritti e libertà.

In attesa, porgo cordiali saluti

Orietta Ceccoli

 

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