San Marino. OSLA: “Tour operator e agenzie viaggi non vanno lasciati soli!”

San Marino. OSLA: “Tour operator e agenzie viaggi non vanno lasciati soli!”

La Repubblica di San Marino ha eliminato quasi del tutto le restrizioni anti contagio, a partire dall’uso della mascherina all’aperto per tutti e anche al chiuso per i vaccinati. Rimangono pochissimi casi positivi e presto saremo Covid free.

Nel settore del turismo è stata introdotta la possibilità di vaccinare i soggetti esteri ed è stato ideato il voucher vacanzac’è chi ancora non può e non riesce a lavorare. Sono i tour operator e le agenzie di viaggio.

Parliamo di aziende che sono fiori all’occhiello per il nostro paese e che occupano centinaia di addetti. Aziende che ora non possono essere lasciate sole.

La situazione per loro infatti è ancora drammatica. Innanzitutto, la pandemia ha letteralmente azzerato il loro lavoro, essendo stati bloccati gli spostamenti in gruppo e a lungo raggio.

Poi non è possibile ancora stabilire quando tali attività riprenderanno: i viaggi organizzati o a lungo raggio trovano al momento pochissime richieste (come ad esempio le gite scolastiche o i viaggi di gruppo) che, nel migliore dei casi, si contano sulle dita di una mano.

Anche i viaggi di famiglia o di poche persone, che pure sono in parte ripartiti, non stanno portando lavoro dato che, essendo scelta come meta l’Italia, vengono organizzati in autonomia senza l’aiuto delle agenzie e tour operator.

Per questi motivi i ristori messi in campo dal Governo sammarinese si stanno rivelando assolutamente insufficienti. 

In questo contesto la scadenza della cassa integrazione straordinaria (causa 5) prevista per fine luglio sarebbe con tutta probabilità la mazzata finale.  Al contrario l’Italia ha stanziato ristori molto ingenti per consentire a questo settore di sopravvivere.

OSLA si è già attivata con le Segreterie di Stato competenti per sensibilizzare le Istituzioni sul tema e cercare soluzioni adeguate e concrete.

La richiesta è quella di individuare con urgenza nuove forme di ristoro più puntuali e più focalizzate per gli operatori maggiormente colpiti, magari basate sui bilanci 2020 delle società che ora sono disponibili. Inoltre, chiediamo il prolungamento della cassa integrazione straordinaria per almeno altri sei mesi.

L’alternativa è rischiare di perdere un patrimonio importantissimo per la nostra economia e per il nostro paese.

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