San Marino. Partito il processo all’avvocato della camorra

San Marino. Partito il processo all’avvocato della camorra

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Soldi sporchi, partito il processo all’avvocato della camorra 

I legali di Michele Santonastaso chiedono di sentire come testimoni anche diversi pentiti

Per l’accusa sono stati riciclati circa 1,8 milioni frutto di reati del clan dei Casalesi. La difesa intende invece dimostrare la provenienza da prestazioni professionali

Antonio Fabbri

E’ iniziato ieri il processo per riciclaggio a carico di Michele Santonastaso, dei suoi tre figli e di un’altra persona ritenuta un prestanome. Gli imputati sono accusati di avere trasferito e occultato circa 1,8 milioni di euro frutto di illeciti. Michele Santonastaso è il nome più noto. Ritenuto l’avvocato della Camorra, è salito alla ribalta delle cronache anche per le sue minacce a Roberto Saviano durante il processo Spartacus. Secondo l’accusa il denaro sarebbe frutto dei reati del clan dei Casalesi e, dopo il versamento in contante e dopo l’investimento in pronti contro termine e titoli, è stato disinvestito da Michele Santonastaso e prelevato tramite assegni circolari emessi sul conto della società “Le Printemps”, a giudizio come persona giuridica. Gli assegni sono poi stati posti all’incasso da Teodoro Iannota su un conto in cui potevano operare anche i figli di Santonastaso ai quali in seguito Iannota ha trasferito le azioni della società. Insomma, una serie di passaggi che per l’accusa sono serviti per occultare la provenienza illecita del denaro, attività alla base del rinvio a giudizio disposto dal Commissario della legge Alberto Buriani. 

La prima udienza Il processo si è aperto ieri mattina davanti al giudice Gilberto Felici. Presente anche Michele Santonastaso che, condannato in primo grado a 11 anni per associazione camorristica perché ritenuto l’avvocato dei Casalesi, ha beneficiato di un permesso speciale essendo sottoposto a obbligo di dimora a Milano, dove risiede. Santonastaso è difeso dagli avvocati Maria Selva e Roberto Brancaleoni del foro di Rimini. Mentre i figli Irene, Giuseppe e Claudio sono difesi dagli avvocati Lara Conti e Rizziero Angeletti del foro di Rieti. Teodoro Iannota è difeso dall’avvocato d’ufficio Nicola Maria Tonelli e la società “Le Printemps” è difesa dall’avvocato Gian Luca Micheloni, ieri sostituito dall’avvocato Daniele Cherubini. Nessuna eccezione preliminare è stata presentata dai legali, ma diverse le istanze istruttorie da parte avvocati di Michele Santonastaso.

Tra i testimoni richiesti collaboratori di giustizia Tra i testimoni richiesti dalla difesa di Santonastaso anche alcuni collaboratori di giustizia tra cui Domenico Bidognetti e Massimo Iovine. La difesa vorrebbe portare all’attenzione del tribunale di San Marino affermazioni che smentirebbero l’ipotesi secondo cui Santonastaso fosse un affiliato con il compito di riciclare i soldi dei Casalesi. Di queste dichiarazioni la difesa ha anche depositato verbale, oltre ad altra corposa documentazione. “Nostra intenzione è dimostrare la provenienza del denaro da attività professionale. Ci sono anche somme provenienti dallo Stato italiano a titolo di risarcimento per ingiusta detenzione che l’avvocato Santonastaso riscuoteva in vece dei suoi assistiti, che patrocinava gratuitamente”, hanno detto i legali. Non si è opposta al deposito di documentazione il Procuratore del Fisco, Giorgia Ugolini, che si è tuttavia detta contraria all’audizione di testimoni dei quali sono già presenti agli atti i verbali delle dichiarazioni.

Il giudice Gilberto Felici si è riservato di decidere sulle istanze istruttorie e sulla fissazione a breve della prossima udienza.

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