Il Governo della Repubblica di San Marino interviene per la seconda volta in meno di un quinquennio a ‘salvare’ la reputazione del suo sistema bancario con interventi di peso superiore a un punto di Pil.
La prima volta fu nel 2007 a favore Banca
del Titano, per una somma superiore a 16 milioni di euro. Il relativo decreto fu emanato il 15 ottobre senza prevedere alcuna forma di recupero. Dieci giorni dopo il Presidente di Banca Centrale, dr. Antonio Valentini, firmava un atto nel quale ci si obbligava a non promuovere azioni verso i responsabili del dissesto.
Nel caso del Credito Sammarinese lo Stato interviene per salvare i clienti, per una somma che potrebbe essere superiore ai 40 milioni di euro, emanando l’11 ottobre scorso un decreto che non prevede esplicitamente alcuna azione di recupero.
Già il commissario dell’amministrazione straordinaria, Signor Nunziato Caliò, ha terminato il suo mandato senza avvalersi della specifica norma sulla ‘azione di responsabilità’.
Anche questa volta lo Stato sarà impedito ad esercitare azioni risarcitorie?
Si ha l’impressione che lo Stato, per la seconda volta in meno di un quinquennio, si stia facendo mettere nel solito cul-de-sac.
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