San Marino piange la scomparsa di Li Yujun

San Marino piange la scomparsa di Li Yujun

“L’Istituto Confucio di San Marino, nelle persone del direttore locale, del Presidente e dei collaboratori, annuncia con profonda tristezza l’improvvisa scomparsa del suo direttore cinese Li Yujun (李予军) avvenuta nella notte del 24 settembre scorso”.

A dare l’annuncio è l’Istituto Confucio di San Marino. “Il Prof. Yujun era alla guida dell’Istituto Confucio dal settembre 2020.
Li Yujun aveva una laurea magistrale in lingua inglese e un dottorato presso la Higher Education, USTB. E’ stato professore di inglese presso la School of International Culture and Communication della Beijing City University, preside del dipartimento di inglese e senior visiting scholar presso la School of Education della Università di Leeds.
La sua area di ricerca copriva la linguistica applicata, la comunicazione interculturale, la traduzione, l’istruzione superiore. Aveva pubblicato numerosi libri e più di 30 articoli accademici dedicati all’insegnamento della comunicazione.
Il Prof. Li non solo studiava come migliorare la comunicazione tra le persone ma ogni giorno cercava di metterla in pratica.
Aveva la sensibilità, l’empatia e la curiosità per conoscere profondamente gli altri.
Amava ripetere che ‘ciascuna donna o ciascun uomo porta in se’ una cultura che dovrebbe essere scoperta’.
Ricordiamo il suo entusiasmo per il nostro piccolo Stato di San Marino, felice di aver potuto organizzare i festeggiamenti del 50esimo anniversario delle relazioni tra San Marino e la Cina, orgoglioso di aver ricevuto Loro Eccellenze i Capitani Reggenti nella sede dell’Istituto Confucio di Montegiardino e di aver una foto con le più importanti autorità di San Marino.
Il messaggio che il Prof. Li ci ha lasciato è quello di ascoltare la voce degli altri, conoscerne la storia, impararne la lingua per vivere in armonia e pace con tutti, nel rispetto della vita.
Le nostre profonde condoglianze alla moglie e al figlio, alla comunità cinese di San Marino e Rimini, ai colleghi della Beijing City University e ai funzionari dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia”.

 

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