San Marino. Prestito Cargill, spese, interessi, garanzie capestro

San Marino. Prestito Cargill, spese, interessi, garanzie capestro

Spese, interessi, garanzie capestro tutti i numeri del prestito Cargill

La Serenissima: “Il ‘mistero’ della preferenza della società del Delaware che ha escluso l’aiuto della Banca Centrale Europea”

Sebbene non sia ben chiaro il motivo per cui il Governo abbia chiesto un prestito di 150 milioni alla società produttrice di derrate alimentari Cargill, ancora più domande nascono dal fatto che la Banca Centrale di San Marino abbia invece rifiutato il prestito della Banca Centrale Europea (BCE) destinato ai paesi extra Ue pari a 100 milioni.

Fra le poche cose che si conoscono ci sono: a) il tasso di interesse che nel caso della Cargill arriva al 2,9% e cioè circa 4,5 milioni di euro, mentre nel caso della BCE il tasso di interesse è pari allo zero per cento. Per il prestito Cargill lo Stato è chiamato a pagare consulenze e provvigioni che superano il milione di euro, nel caso della Bce non c’è alcuna commissione da pagare.

Nel caso della Cargill lo Stato è obbligato a pagare il debito entro il 31 dicembre 2021, nel caso della BCE la data della restituzione è stata fissata al 31 marzo 2022, ma di certo verrà prorogata.

Nel caso della Cargill lo Stato ha impegnato tutti i suoi beni disponibili quindi terreni, immobili e azioni delle società partecipate (Cassa di Risparmio, AASS, Giochi del Titano, San Marino RTV, Autorità per l’Aviazione Civile), nel caso di BCE la garanzia verrebbe data dal pacchetto di titoli di portafoglio presenti nella disponibilità di Banca Centrale).

Nel caso di Cargill lo Stato è nelle mani di un privato che nel Mondo porta avanti politiche di sfruttamento dei territori a danno dell’equilibrio dell’ecosistema e delle popolazioni più povere, nel caso di BCE lo Stato avrebbe contato sui principi di un ente che ha il compito di tutelare la stabilità finanziaria dell’area euro.

Perché allora Cargill si e BCE no? Questo rimane il segreto più inquietante che si nasconde dietro al silenzio di chi dovrebbe amministrare il patrimonio di tutti ricercando la condivisione di tutti.

Le banche centrali di Albania, Croazia, Ungheria, Repubblica di Macedonia del Nord, Romania, San Marino e Serbia hanno concordato già agli inizi del 2020 di estendere la durata delle loro linee di liquidità in euro con la BCE, inizialmente fino al giugno 2021 ed ora fino a marzo 2022. Le linee di credito hanno il fine di fornire liquidità in euro alle istituzioni finanziarie nei rispettivi paesi tramite le corrispondenti banche centrali nazionali, con l’obiettivo di far fronte al possibile fabbisogno di liquidità in euro nei paesi non appartenenti all’area dell’euro in presenza di disfunzioni di mercato dovute alla pandemia COVID-19.

Inoltre, mirano a prevenire effetti di ricaduta sui mercati finanziari e sulle economie dell’area dell’euro che potrebbero avere un impatto negativo sulla trasmissione regolare della politica monetaria della BCE. “Non pensiamo di utilizzare questa linea di credito – ha detto il Presidente di Banca Centrale – in quanto il nostro sistema è stabile anche se è di conforto sapere che per noi per i correntisti per le banche, esiste questa possibilità”.

Quali sono gli elementi che fanno dire che il sistema è stabile, quando lo Stato il 27 di dicembre ha dovuto chiedere, in tutta fretta, a tre banche private (Bac, Bsi e Bsm) una linea di credito di 5 milioni ciascuna per pagare le tredicesime ai dipendenti della Pubblica Amministrazione?

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy