San Marino. “Problemi alla palestra di Fonte dell’Ovo”: protesta dei genitori dei bambini del basket

San Marino. “Problemi alla palestra di Fonte dell’Ovo”: protesta dei genitori dei bambini del basket

Problemi e disservizi alla palestra ‘Umberto Briganti’ di Fonte dell’Ovo: i genitori dei piccoli sammarinesi iscritti alla scuola basket prendono carta e penna e scrivono una lettera per evidenziare le criticità.

Ad un solo giorno di distanza dalla conclusione di Sport in Fiera, la vetrina dello sport sammarinese, i nostri figli sono entrati in palestra a Fonte dell’Ovo per allenarsi e hanno iniziato con mezz’ora di ritardo perché il loro allenatore stava pulendo fango e terra nel campo da gioco (all’interno) e asciugando l’acqua che cola dentro. Il custode della palestra intitolata ad Umberto Briganti, infatti, è andato in pensione ormai da un paio d’anni e non è stato mai sostituito. Non parliamo di un impianto poco usato, si tratta dell’unica palestra della Scuola Superiore, dove nel pomeriggio si recano anche i ragazzi e le ragazze che praticano basket. La Federazione Pallacanestro ha segnalato la questione al CONS più e più volte, ma con ben pochi risultati, spesso con soluzioni momentanee ma non definitive o a lungo periodo. Com’era quella storia che lo sport fa bene alla salute? Chissà se fa bene anche quando ti alleni tutti i giorni all’interno di un ambiente insalubre in cui la grata dell’impianto di areazione è visibilmente sporca (e chissà cosa succederà al sopraggiungere del freddo quando verrà acceso il riscaldamento…), già da mesi entra l’acqua e nessuno pulisce da tempo immemore. Se nessuno interviene a sanare la situazione della palestra di Fonte dell’Ovo, noi saremo costretti a scoprirlo presto. O forse no, perché l’allenatore dei nostri bambini dice che si rifiuta di continuare a lavorare in un luogo insalubre, svolgendo il doppio ruolo di allenatore e custode e assumendosi responsabilità che non gli competono. Giunti a questo punto, per tutelare il diritto alla salute dei nostri figli e delle nostre figlie (e anche quello al gioco, riconosciuto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, approvata nell’ormai lontano 1989), non ci resta che appellarci alle Segreterie di Stato competenti, certi che non vorranno ulteriormente trascurare questa incresciosa situazione.

Cordiali saluti

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