San Marino. Processo agli organi sociali ex Cis, periti della difesa provano a smontare le accuse

San Marino. Processo agli organi sociali ex Cis, periti della difesa provano a smontare le accuse

RASSEGNA STAMPA – Valutazioni liquidatorie e scorrette della consulenza di Bcsm e Camera, in contrasto con quelle del perito del tribunale”

ANTONIO FABBRI – Ultima udienza dibattimentale per la vicenda che vede gli esponenti degli organi sociali della ex BancaCis, dieci imputati, accusati a vario titolo di amministrazione infedele, false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza. Sono stati sentiti ieri, infatti, i periti delle difese, mentre nella prossima udienza fissata per il 30 gennaio, saranno ascoltati gli imputati che vorranno sottoporsi a interrogatorio o rendere spontanee dichiarazioni. Dopodiché, il 20 febbraio, la parola passerà alle parti, pubblica accusa e parti civili prima, e poi le arringhe dei difensori, con una ulteriore udienza già calendarizzata per il 20 marzo quando, salvo imprevisti, dovrebbe arrivare la sentenza. Ieri è stata la volta dei periti di parte, della difesa di Pier Paolo Fabbri; della difesa di Marco Micocci e della difesa di Daniele Guidi.

Tutte univocamente hanno contestato la perizia di Bcsm e quella presentata dal consulente dell’Eccellentissima Camera che in questo processo, cosa mai accaduta in altre circostanze, ha contestato la perizia tecnica d’ufficio del dottor Paolo Gasperoni, nominato dal tribunale. In estrema sintesi tutte le perizie dei consulenti di parte hanno etichettato la perizia di Bcsm, che ha fatto da supporto al rinvio a giudizio, come non basata su elementi concreti, con svalutazioni eccessive, non univoche e non attinenti alla realtà, e sostenendo di fatto la perizia del consulente d’ufficio che, benché abbia effettuato delle svalutazioni, secondo le difese sarebbero più attinenti alla realtà del periodo. Perizia che, viene constatato, avrebbe comportato, seppure un calo del coefficiente di solvibilità, il mantenimento dello stesso nei parametri previsti per legge.

La prima audizione di ieri è stata quella del perito Marcello Tarabusi, consulente della difesa di Pier Paolo Fabbri, che ha risposto alle domande dell’avvocato Nicola Mazzacuva. “Tutte le delibere assunte con la partecipazione del dottor Fabbri – ha detto il perito – rispondono a un criterio di corretta gestione. Anche dove si sono dovute assumere decisioni a fronte di uno sconfinamento, si è deciso allo scopo di assicurare la possibilità della banca di un miglior recupero considerato che il passaggio a sofferenza di un credito è l’ultima ratio”, ha detto il perito. “Le delibere adottate erano tutte correttamente istruite e corredate di pareri favorevoli. Non vedo come un amministratore appena arrivato, come il dottor Fabbri, potesse contestarle”, ha affermato il professor Tarabusi.

Sulla stessa linea, la dottoressa Daniela Saitta, per Marco Micocci difeso dagli avvocati Enrico Zappasodi ed Enrico Carattoni. “Marco Micocci era consulente indipendente, era privo di deleghe e non aveva nessuna posizione esecutiva nella banca”, ha chiarito la consulente. “Un conto è la teoria e un conto è la pratica”, ha detto la dottoressa Saitta. Nelle delibere relative a sconfinamenti “si evitava di fare entrare il cliente in centrale rischi – ha spiegato – perché questo avrebbe ostacolato il recupero del credito. Logica dell’istituto di credito è quella di recuperare, non di danneggiare il cliente”. Inoltre la consulente ha sottolineato che “il regolamento per l’erogazione del credito venne approvato quando ancora era in corso l’ispezione di Bcsm. Su questo regolamento nulla dice Banca Centrale. Questo significa che il processo di erogazione del credito è corretto”.

La consulente ha poi contestato quanto affermato dal dottor Stefano Mieli consulente dell’Avvocatura dello Stato, il quale ha sostenuto che non vi fossero state contestazioni dialettiche all’interno del Cda. “Il dottor Mieli ha detto che ha sentito le registrazioni: magari! Le registrazioni non ci sono agli atti, non esistono. Forse ha letto il verbale. Dice che non c’è stata dialettica, ma il verbale è sintetico. Dalla lettura dei verbali non si può desumere che non ci sia stata dialettica”.

Ha quindi passato in rassegna le singole svalutazioni, contestando quelle del perito di parte civile. Conteggi fortemente criticati e confutati anche dal perito della difesa Guidi, il professor Alessandro Cavallaro.

“Il perito del tribunale, Gasperoni, ha correttamente ragionato seguendo due stelle polari: la prima i criteri propri del bilancio di esercizio, facendo riferimeno al set documentale di cui, chi ha approvato, il bilancio poteva disporre allora; la seconda: ha ragionato con il senno dell’ante, non con il senno di poi. E bene ha fatto a non appiattirsi sulle posizioni di Bcsm dell’ultima ispezione. Questo perché Bcsm in realtà non ha seguito le due stelle polari citate”.

Quindi il perito ha rilevato che Bcsm ha seguito criteri liquidatori, di pronto realizzo, stessa cosa che ha fatto poi il professor Bonfatti “che proprio questi criteri di Bcsm richiama nella sua relazione. Bcsm ha adottato criteri che non possono essere riferiti a criteri di funzionamento. A parità di perimetro dei crediti, Gasperoni svaluta 5,7 milioni rispetto alla Bcsm, che qualche mese dopo, svaluta di 53 milioni. Nove volte di più rispetto al consulente del tribunale che aveva adottato un approccio con criteri di funzionamento e non liquidatori”.

Anche sulle principali voci il perito Cavallaro mette in luce come il perito del tribunale abbia svalutato zero Promovacanze, laddove Bcsm, invece, svaluta di 21 milioni. Stessa cosa per Embassy immobiliare.

“Il perito d’ufficio svaluta 1,3 milioni; Bcsm svaluta di 10-11 milioni, quando la stessa Bcsm nella relazione Pappalardo, pochi mesi prima, svalutava di 1,8 milioni”.

Discrepanza di svalutazioni anche in un ulteriore caso rilevate dal perito di parte. Disallineamenti che il consulente Cavallaro definisce “pistole fumanti” che proverebbero l’inattendibilità della perizia della Banca Centrale.

Bocciata in toto anche la consulenza del perito dell’Eccellentissima Camera, Stefano Mieli, che contiene, secondo il professor Cavallaro “considerazioni apodittiche, scorrette in alcuni casi e parziali. Un lavoro acritico in abbinamento a posizioni espresse da altri soggetti: Bcsm e Bonfatti.

La consulenza del dottor Mieli è la conferma di posizioni di altri, senza riferimenti a documentazione da cui trarrebbe le proprie conclusioni generiche e non documentate”, ha detto il perito della difesa Guidi. Non è vero – ha aggiunto circa il caso Promo- vacanze – che non esisteva un progetto credibile. C’erano garanzie reali a favore della Banca Cis attraverso il pegno su azioni dei soggetti giuridici coinvolti. Il valore del villaggio era di 15 milioni più altri 11 di un terreno nella stessa area”, per questo, ha spiegato il perito, per il consulente del tribunale il credito legato a quel villaggio non viene svalutato, mentre Bcsm lo svaluta di 21 milioni.

“Altra anomalia e pistola fumante”, afferma il perito di parte. Nella sostanza, rileva il perito, che con le svalutazioni calcolate dal consulente d’ufficio, il coefficiente di solvibilità della banca, dal 12,65% dichiarato dal Cis, sarebbe sceso all’11,29%, “un valore comunque di tutto rispetto e regolamentare perché al di sopra dell’11%”, ha dichiarato il perito della difesa Guidi.

Insomma, per i periti di parte, una consulenza contraddittoria, non lineare e basata su criteri liquidatori, quella di Banca centrale. Apodittica e con valutazioni scorrete, quella del perito della Camera. Si vedrà quali valutazioni farà il giudice. Prossima udienza il 30 gennaio.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 22

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