San Marino. Querela Ciavatta e Santi blitz In Carisp, ritirata

San Marino. Querela Ciavatta e Santi blitz In Carisp, ritirata

Blitz” in Carisp, i neo nominati vertici della banca ritirano la querela a Ciavatta e Santi

Antonio Fabbri

Si è aperto con un colpo di scena il processo a carico del segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta, difeso dagli avvocati Maria Luisa Berti e Lara Conti, e del segretario attuale del movimento Rete, Emanuele Santi, difeso dagli avvocati Tania Ercolani e Gianluca Micheloni, imputati per il cosiddetto “blitz” in Cassa di Risparmio del 30 maggio del 2018.

nuovi vertici di Cassa di Risparmio recentemente nominati dal governo, infatti, hanno fatto depositare al loro avvocato la remissione di querela e quindi il ritiro di Cassa di Risparmio da parte civile nel processo. Il documento, firmato dal neo presidente Carloalberto Giusti e dal neo amministratore delegato Gianfranco Antonio Vento – quest’ultimo tra l’altro nominato nel Cda di Cassa proprio su indicazione del movimento Rete – toglie dunque la querela che il precedente Cda aveva presentato alla luce delle frasi infamanti pronunciate e scritte all’indirizzo dell’organismo di vertice di Carisp e dei suoi esponenti. Poiché i reati di diffamazione e diffamazione a mezzo delle comunicazioni sociali sono procedibili a querela di parte, è molto probabile che tre dei cinque capi di imputazione principali vengano a decadere. Su questo il giudice si è riservato di decidere anche alla luce dell’audizione, che sarà la prima e verrà calendarizzata con tutta probabilità a settembre, dell’ex presidente di Cassa, Fabio Zanotti.

C’è da chiarire, infatti, se questi avesse presentato querela solo in qualità di presidente di Carisp o anche personalmente, viste le offese a lui direttamente indirizzate, e se in tale caso abbia intenzione di rimanere parte nel processo.

Nel primo caso, di denuncia sporta in qualità di presidente, il capo di imputazione relativo alla diffamazione e minaccia decadrebbe in toto, hanno rilevato i difensori di Ciavatta e Santi. Resterebbe in piedi, quindi, l’accusa di violenza privata nei confronti di Andrea Rosa, che invece ieri ha confermato la sua costituzione di parte civile. Resterebbe pure l’accusa di istigazione a delinquere. Il quadro delle imputazioni, con il ritiro della querela, si alleggerirebbe comunque di molto.

Se dunque dovessero decadere i primi tre capi di imputazione, quelli che contestavano gli insulti e le minacce, resterebbero il quarto e il quinto capo di imputazione.

Il quarto è relativo alla violenza privata nei confronti di Andrea Rosa il quale, per l’azione irruenta dei due esponenti politici, si vide costretto a rinunciare alla tutela legale prevista, e a lui spettante, da parte di Cassa di Risparmio. Così pure resterebbe da discutere l’accusa, a carico del solo Ciavatta, di istigazione a delinquere prevista dal quinto capo di imputazione che richiama come i post di Ciavatta sul suo profilo facebook suscitarono “la condivisione di altri utenti di Facebook che ne approvavano il contenuto violento, interpretato come legittima reazione nei confronti di quanti «il dialogo […] non lo vogliono» (Maria Luisa Berti). La “violenza” usata poco prima contro il Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio, e rivendicata nel post, veniva approvata e giustificata da altri utenti di Facebook come «l’unico nodo con il quale si ottiene un atteggiamento sensato». (Alessandro Rossi). Fatto aggravato perché compiuto attraverso commenti pubblicati su un social network e visibili ad un numero indeterminato di utenti”.

L’avvocato Maria Luisa Berti “Quanto al quinto capo imputazione – ha detto – il mio commento era di natura politica. Il mio commento era relativo ad un post pubblicato da Ivan Foschi. Richiamarlo nel capo di imputazione ritengo sia inconferente per questo chiedo la integrale cancellazione del 5° capo di imputazione. Avendo dato comunicazione della mia posizione anche all’Ordine circa questo capo di imputazione, fatte le debite verifiche, comunico anche la conferma del mandato difensivo”, ha detto l’avvocato Berti che ha attestato di avere interpellato appunto l’Ordine su quale posizione dovesse tenere nel procedimento.

Ha replicato il Procuratore del fisco Roberto Cesarini. “Innanzitutto la Procura fiscale non accetta le insinuazioni sull’operato dell’inquirente. E’ evidente che non è l’avvocato Maria Luisa Berti l’imputato. Viene citata come testimone e quanto da lei scritto è inserito a dimostrazione, cosa che poi andrà vagliata, che l’istigazione a delinquere contestata abbia trovato in qualche maniera realizzazione anche in questo. Il capo di imputazione sarà da valutare in dibattimento, ma ovviamente non si può cancellare”, ha detto il Procuratore del fisco.

Ha fatto eco al Pf l’avvocato di parte civile Gloria Giardi:Non ho capito la posizione della collega Berti – ha detto – Più che la difesa del suo assistito ha fatto una difesa di se stessa e a ‘tutela della mia professione’, lo ha anche detto lei. Tuttavia la questione che pone, visto che il suo post su facebook è stato messo agli atti per suffragare un’altra ipotesi di reato, è irrilevante o inammissibile”.

Si è quindi passati alle istanze istruttorie. Le difese hanno chiesto acquisizione del verbale del Cda di Cassa e l’audizione di una serie di testimoni. Altrettanti ne ha quindi chiesti la parte civile ed ha depositato degli articoli di Rete apparsi su sorpresa a ridosso dei fatti.

Il giudice Roberto Battaglino sia sulle questioni preliminari sia sulle istanze istruttorie si è riservato di decidere. Intanto fisserà una udienza – presumibilmente a settembre -per sentire l’ex Presidente di Carisp Fabio Zanotti e valutare quale sarà la sua posizione in seno al processo.

 

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