“Io, contrariamente a lei, sig. Canti, sono stato eletto in un ballottaggio in cui la compagine di governo, in lizza con un’altra, è stata eletta dai cittadini dopo essersi presentata nella formazione che ha governato per tre anni e io sono stato eletto come segretario di Stato al Territorio l’Ambiente e il Turismo; gli elettori sapevano chi mandavano al governo, io e i miei colleghi siamo stati eletti dal popolo, mi rimane il dubbio (o la certezza?) che in tale frangente forse lei non avrebbe avuto lo stesso suffragio”.
Parole dure quelle usate dall’ex segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, Augusto Michelotti, per attaccare il suo successore Stefano Canti.
“Le vorrei facilitare il lavoro, perché viste le esperienze come la ditta Beccari e altre affini, lei si spertica a dire che i nuovi strumenti da lei tanto sudati e proposti, saranno risolutivi e anche più punitivi – manda a dire Michelotti attraverso un comunicato – ma allora, perché non pensare alla ‘soluzione finale’ e definitiva e cioè non dare più licenze del genere che creano solo problemi, invece di pensare a come gestire le future licenze di raccolta dei rifiuti pericolosi, data la dimensione del nostro territorio in cui anche la crisi di un solo gestore o un incidente anche piccolo assume la dimensione di danno ambientale di portata nazionale, si potrebbe proibire di commercializzare e stoccare in territorio, oltre alla plastica ‘usa e getta’, anche i rifiuti tossici e/o pericolosi considerando che andranno comunque smaltiti in Italia in luoghi deputati al trattamento specifico per ogni tipologia di rifiuto”.
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