San Marino. Repubblica Futura risponde alla maggioranza: “Pronti a un’operazione verità, ma la giustizia non si pieghi alla politica”

San Marino. Repubblica Futura risponde alla maggioranza: “Pronti a un’operazione verità, ma la giustizia non si pieghi alla politica”

All’indomani del comunicato della maggioranza sulla sentenza d’appello nel procedimento Buriani–Celli, Repubblica Futura prende posizione con una nota ufficiale in cui rilancia il confronto, ma ribadisce con fermezza la necessità di distinguere tra giustizia e politica.

Di seguito il testo integrale del comunicato:


Abbiamo letto l’ultimo comunicato della maggioranza sulla sentenza di appello del procedimento Buriani-Celli. Diciamo da subito che per noi i singoli procedimenti e la politica giudiziaria sono due cose completamente diverse che vanno mantenute assolutamente distinte.
Se la maggioranza lo ritiene opportuno, quindi, siamo disponibili – senza infingimenti – a una ulteriore e speriamo definitiva operazione verità.
Repubblica Futura intende cogliere l’auspicio lanciato dalla maggioranza secondo la quale: “auspicando che si possa fare piena luce su tutte le implicazioni che questa vicenda comporta, ribadiamo con forza che nessun potere dello Stato può essere sottratto a controllo, responsabilità e limite”.
Concordiamo appieno con questa affermazione e siamo certi che PDCS, Libera, PSD, AR, Socialisti ed Elego, la vogliano declinare anche rispetto all’attuale quadro dei poteri della Repubblica. E magari avrebbero dovuto pensarci quando hanno messo mano recentemente alla modifica della legge costituzionale sull’Ordinamento giudiziario.
Vorremmo confrontarci con la maggioranza anche in merito alla denuncia con la quale il Presidente di Banca Centrale, e lo Stato, hanno provocato un procedimento penale che ha coinvolto una testata giornalistica sammarinese (caso chiuso e risolto in primo grado con l’assoluzione) e che ha creato una profonda ferita all’indipendenza ed al ruolo stesso dell’informazione.
Se Simone Celli e Alberto Buriani hanno commesso un reato, come sentenziato in sede penale di secondo grado, avranno tempo e modo se lo vorranno di tentare di dimostrare la loro innocenza nei successivi gradi di giudizio, alla conclusione dei quali si trarranno anche le debite conclusioni politiche. Peraltro già ampiamente anticipate dalle varie commissioni di inchiesta.
Rispetto a Simone Celli, esponente di SSD che si è dimesso a suo tempo da Segretario di Stato e dal Consiglio Grande e Generale, ci permettiamo di rilevare come facesse parte di una forza politica che oggi fa parte della maggioranza, così come nell’attuale maggioranza siede chi inneggiava ad Alberto Buriani come angelo vendicatore rispetto al malcostume della corruzione in ambito politico e chi subì l’azione di Buriani con i vertici del governo e del partito decapitati.
Contrariamente ad altri non ci permettiamo di infierire su chi ha già subito una condanna penale, ma ci permettiamo di rilevare che la lettura dei fatti che qualcuno vuole fare passare è forzosa rispetto a quanto accaduto negli ultimi trenta anni a San Marino.
Perché non fare una commissione d’inchiesta sulle vicende del conto Mazzini? Se non ci sbagliamo, il magistrato dirigente del Tribunale di quel periodo affermava che la politica non poteva indagare finché l’azione penale non si fosse prescritta.
Ora pensiamo sia possibile farlo ma forse in molti – politici ed ex imputati del Mazzini – non ne vogliono più parlare. Azione penale chiusa, tutti prescritti: sostanzialmente uno scherzo provocato in solitudine da Alberto Buriani, che oggi pare subire il suo contrappasso?
Perché non fare anche un approfondimento sulla nascita, lo sviluppo, il declino di Asset Banca, altro soggetto bancario al centro della politica e crocevia di relazioni di politici, e magari anche sulla fase finale dell’esperienza politica della maggioranza di adesso.sm composta da SSD, Civico 10 (oggi Libera) e Repubblica Futura?
Oppure tentare di capire il ruolo di qualche esponente di Banca Centrale nel canto del cigno di Banca CIS, sapere se ci sono state delle regie occulte – magari dettate dal Tribunale di allora – per la formazione del governo con l’esclusione last minute di Libera?
In più, se vogliamo completare l’opera, sarebbe anche utile rendere disponibili ai cittadini tutti gli atti della Commissione d’Inchiesta CIS con le trascrizioni complete e magari pubblicare un bel volumetto, così da lasciarne una copia ai posteri.
Se vogliamo guardare avanti con serenità, rispetto reciproco, pronti ad affrontare il passaggio dell’Accordo di associazione con l’Unione europea, riteniamo non sia possibile che le stesse forze politiche che ci chiedono a più riprese collaborazione, poi firmino comunicati che vogliono invece screditarci e non dicano una parola sui gravissimi comunicati stampa attribuiti al Segretario Canti.
In questo ci pare azzardato accostare la condotta di un singolo ai destini di un Paese e della sua classe politica, rispetto alla quale ancora nessuno con chiarezza ha detto quali sono state nel passato le relazioni fra politica e magistratura, tutta la magistratura, caratterizzata da passaggi dolorosi, come la scomparsa del compianto prof. Lanfranco Ferroni, le dimissioni della dott.ssa Rita Vannucci, punta di diamante della magistratura nei procedimenti penali verso la criminalità, corruzione e riciclaggio e atterrata in modo straordinario a Banca Centrale.
Repubblica Futura infine rileva come manchi nel comunicato della maggioranza un riferimento alla sentenza che ha dichiarato prescritti i reati connessi ai denari della camorra a San Marino. Sarà certamente una dimenticanza ma a noi non sfugge che si sarebbe dovuto partire proprio da qui per fare il punto per capire se e come la giustizia funziona a San Marino, in primis quanto al contrasto alla criminalità organizzata, elemento ritenuto di fondamentale importanza fuori dai nostri confini e in tutte le sedi internazionali.

Repubblica Futura

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