San Marino. Rete: “Non si sta facendo ulteriore debito”

San Marino. Rete: “Non si sta facendo ulteriore debito”

“Ad oggi pertanto sono stati emessi titoli di stato per 400 milioni su un ammontare totale già previsto nell’assestamento del 2020 di cinquecento milioni. Risulta quindi falso e fuorviante affermare che si sta facendo ulteriore debito”.

Lo dice Rete, che sottolinea in un comunicato di aver “sempre sostenuto la necessità di mobilitare le risorse interne, attualmente impiegate in maniera infruttifera, per diminuire il costo degli interessi a carico del bilancio dello Stato e al tempo stesso premiare i risparmiatori sammarinesi“.

Il movimento di governo, inoltre, “ha ritenuto prioritaria la diversificazione del debito, come anche suggerito da organismi internazionali, attraverso l’emissione di titoli del debito riservati al mercato interno ad un tasso remunerativo per il sottoscrittore e sostenibile per lo Stato”.

I dati statistici pubblicati da Banca Centrale “confermano che questa strada è percorribile in quanto la raccolta infruttifera presente nelle banche sammarinesi supera il miliardo di euro”.

Oggi questa opportunità “viene colta con l’approvazione del decreto che prevede emissione di titoli di Stato riservati al mercato interno per cinquanta milioni con scadenza annuale ad un tasso di interesse dell’0,8%“.

Rete auspica che “i cittadini sammarinesi vogliano cogliere questa opportunità per contribuire, attraverso la sottoscrizione di questi titoli, alla stabilizzazione finanziaria del nostro Paese“.

In merito all’ammontare totale del debito, “confermiamo che i cinquanta milioni emessi oggi fanno parte dei centocinquanta milioni preventivati nella finanziaria 2022 che a loro volta andavano a sostituire il prestito ponte di centocinquanta milioni restituito a dicembre 2022″.

La situazione debitoria e il costo degli interessi “impongono un’attenta riflessione dalla quale deve scaturire una concreta programmazione finanziaria per mettere in sicurezza il Paese con l’obiettivo prioritario dell’equilibrio di bilancio, consolidando le entrate e attuando una politica di rigore sulla spesa corrente”.

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