La forza politica sammarinese di minoranza, Repubblica futura, critica il Congresso di Stato sulla mancata ratifica del decreto mutui.
“Abbiamo sottolineato a più riprese il disinteresse mostrato da questo governo e questa maggioranza per le questioni sociali, in questa legislatura. L’incremento dei mutui, dovuto all’innalzamento dei tassi, è una fra le più impellenti fra queste questioni: alcune persone hanno visto aumentare di 5-600 euro al mese la propria rata, cifre assolutamente non sostenibili per chi ha redditi normali. Per mesi il governo è stato assolutamente inerte sul tema, fregandosene dei problemi che questo creava ai nostri concittadini”, dichiara Repubblica futura in un comunicato.
“A fine 2023 il governo, su sollecitazione di Repubblica futura, ha finalmente emesso un decreto per ‘bloccare’ l’importo dei mutui esistenti alla cifra pagata a dicembre 2022, con contestuale allungamento (di fatto) della sua durata. Il decreto risulta inapplicato dalle banche, in attesa della ratifica; peccato che il governo non abbia ancora pensato di ratificarlo, prendendosela comoda e lasciando le persone senza alcuna tutela di fatto”, si legge nella nota di Rf.
“Ma c’è di peggio: nell’ultima sessione consiliare il governo ha portato un decreto (che viene fatto tutti gli anni, per inciso) per sancire, per norma, gli spread massimi applicabili sui mutui a tasso fisso o variabile assistiti dal contributo dello Stato in conto interessi – rincara la dose Rf -. Il governo ha quindi fissato questi livelli di spread: a) durata fino a 15 anni: spread massimo 3,40%; b) durata da 16 anni a 20 anni: spread massimo 4,30%; c) durata da 21 anni a 25 anni: spread massimo 4,90%”.
“In parole povere, tenendo conto del tasso Euribor (base di calcolo di qualunque mutuo) e dello spread, un mutuo contratto oggi, di durata fra i 21 e i 25 anni (i più diffusi), potrà vedere l’applicazione, per legge, di un tasso di interesse di quasi il 9%!”, manda a dire il partito di opposizione.
E ancora: “Davanti a tutto questo il governo, per bocca del segretario promotore del decreto (Pedini Amati), si è limitato a dire ‘eh, ma lo spread era così anche l’anno scorso’: peccato che non sia uguale l’euribor, fortemente cresciuto, e che il tasso complessivo sia una follia assoluta, su cui un governo minimamente serio deve porsi un problema e mettere in campo interventi rapidi ed efficaci, perché pochissimi oggi possono permettersi un tasso del genere e questo significa impedire alle persone di contrarre un mutuo! E invece abbiamo sentito addirittura la difesa di questa norma, con l’arroganza tipica di questo governo. Non è accettabile che le banche impongano tassi passivi enormi ai cittadini, mantenendo i tassi attivi vicini allo zero, per poi farsi belle dicendo che hanno fatto utili: così son capaci tutti!”.
“Il governo svolga il suo ruolo a tutela della cittadinanza facendo subito 2 cose: 1) metta in ratifica al più presto il decreto per calmierare i mutui esistenti 2) riduca lo spread massimo a un livello simile a quello esistente attorno a noi, pari a circa il 2%, mantenendo i tassi complessivi ad un livello più sostenibile. Il decreto, per fortuna, è stato sospeso, come altri presentati ed evidentemente non condivisi. Speriamo che la sospensione porti consiglio e, soprattutto, rimedi”, dichiara infine Rf.