Arriva una riflessione di Dalibor Riccardi sull’emergenza coronavirus nella Repubblica di San Marino.
“Noi cittadini abbiamo dovuto subire restrizioni di ogni tipo; viviamo il presente immaginando un domani incerto, tutti e dico tutti dovremo ripartire, ma dovremo farlo in un momento di totale e assoluta incertezza, un sentimento che di certo ci trascina nell’ultimo periodo anche per la totale inesistenza della politica, che a differenza del personale sanitario e dei corpi di polizia, si è dimostrata totalmente inadeguata, deludendo tanti cittadini che avevano riposto fiducia in questo esecutivo”, manda a dire Riccardi in una nota.
Un governo che, “a parte ridurre drasticamente le retribuzioni della cassa integrazione e delle indennità di malattia, a imporre chiusure o restrizioni, prorogare qualche scadenza di qualche mese, non ha ancora fatto nullala proiezione economica equivale a un bagno di sangue, pensiamo solo agli operatori che lavorano con il turismo, le attività commerciali o quelle dedite alla ristorazione o all’intrattenimento, senza dimenticare le libere professioni, tutti si trovano in completa balia della tempesta, senza alcuna tutela verso la loro professione, senza alcun minimo segnale di sostegno”.
A detta del rappresentante di Riforme e sviluppo, “una piccola realtà come la nostra deve reagire in maniera congiunta, le solite spallucce fra qualche rappresentante dell’esecutivo e qualche membro di categoria sindacale o datoriale non servono a nulla, l’unico atto utile sarebbe solo quello di riaprire quanto prima una riproposizione del tavolo istituzionale che dei risultati e della compartecipazione aveva fatto tesoro, la politica nel nostro Paese, nel momento che stiamo attraversando, non ha senso se non con la totale democrazia, nelle scelte e nelle decisioni; la tutela di tutti è fondamentale, dal lavoratore dipendente al titolare di attività, sia essa artigianale, industriale, commerciale o di libera professione, nessuno escluso, nessuno dovrà rimanere indietro quando sarà il momento di ripartire“.
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