San Marino Oggi: “Noi crediamo nella necessità di formazione e crescita progessiva della professionalità ma con regole molto diverse” /
C10: “logiche perverse con la legge lavoro” /
Il movimento polemizza: “tanti articoli distorsivi e inaccettabili”
“La legge di riforma del lavoro e degli incentivi appena approvata contiene tanti articoli molto distorsivi e inaccettabili”.
A criticare nuovamente l’ultima mossa del governo è Civico 10 che ha in mente altre idee per favorire aziende e lavoratori come abbattimenti retributivi più contenuti all’inizio della carriera lavorativa ed incentivi pubblici crescenti.
Il movimento punta il dito contro l’articolo 3 della riforma, quello riguardante l’apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale: “Questo apprendistato può durare fino a 3 anni e serve ad acquisire una specifica qualifica (es: imbianchino, fabbro, operatore energie rinnovabili, installatore impianti, parrucchiere, e tanti altri mestieri). A seconda della qualifica da conseguire cambia la durata – scrive in un comunicato -. E’ riservato ai giovani di età compresa tra quella dell’assolvimento dell’obbligo scolastico e i 25 anni, che non godano di ammortizzatori sociali: i laureati e i diplomati sono compresi all’interno di questa norma, se devono acquisire una qualifica professionale”.
“Il lavoratore viene pagato, rispetto alla retribuzione contrattuale corrispondente alla qualifica e livello retributivo finali, il 50% nel 1° semestre, 60% nel 2° semestre, 70% nel 2° anno, 80% nel 3° anno – prosegue C10 nella sua spiegazione -. Se calcolate una retribuzione da 1.300-1.400 euro (che se consideriamo alcuni contratti di lavoro ‘poveri’ è
tutt’altro che strano), capite bene che obblighiamo le persone a lavorare per 3 anni con retribuzioni fra i 650 e i 1.100 euro. L’imprenditore gode, oltre a queste agevolazioni retributive, di una totale esenzione contributiva, quindi ‘risparmia’ un ulteriore 17% circa di retribuzione, che viene posta a carico dello Stato. Quindi questo ‘regalo’ non è a costo zero per le casse pubbliche”. (…)