San Marino. Riforma fiscale, governo e sindacati vicini al punto di non ritorno. L’Informazione di San Marino

San Marino. Riforma fiscale, governo e sindacati vicini al punto di non ritorno. L’Informazione di San Marino

L’Informazione di San Marino: I sindacati insoddisfatti minacciano un nuovo sciopero: “No tax area insufficiente”. Le Finanze: “Accorciate distanze” /
Governo e sindacati vicini al punto di rottura Tamagnini: “siamo al limite della provocazione”

Governo e sindacati sono usciti dall’ennesimo incontro sulla riforma tributaria di ieri mattina ancora su posizioni decisamente contrastanti. A poco, se non a nulla, sono servite le novità annunciate sul “fisco Felicidalla segreteria di Stato per le Finanze. L’accertamento dei redditi e la diversità di tassazione tra lavoratori dipendenti e autonomi restano i grossi nodi da sciogliere. Così le parti sociali da Palazzo Begni lanciano un ultimatum, tra minacce di un nuovo sciopero generale e il tentativo estremo di fare capire all’esecutivo che a nulla serve esacerbare ulteriormente una tensione sociale già molto alta. La segreteria di Stato, in una nota, invece “prende atto dell’ accorciarsi di alcune distanze, mentre rimangono aperti alcuni aspetti su cui è necessario un ulteriore approfondimento”. Per fare il punto della situazione oggi il Segretario alle Finanze Claudio Felici, incontra la maggioranza, mentre lunedì toccherà alle organizzazioni economiche e professionali. (…) “L’unica novità di ieri è la no tax area, che ha però un’incidenza minima, secondo le nostre prime stime 6mila euro su un reddito annuo di 25 mila. E’ assolutamente insufficiente”, attacca il segretario generale della Confederazione sammarinese del lavoro, Giuliano Tamagnini. Per il resto “non c’è altro – stigmatizza- siamo al limite della provocazione. Se questa è la posizione del governo non intendiamo proseguire la trattativa”.
L’ultimatum della Csdl è chiaro: “Servono novità importanti, altrimenti in tempi brevi organizzeremo un altro sciopero e altre forme di protesta. La piazza ci ha dato un mandato chiaro: del nostro documento consegnato al governo dobbiamo ottenere il 90%. Ora siamo al 5%”.
(…)


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