Andrea Rossini riferisce sulla richiesta dei primi rinvii a processo, a Rimini, per le persone coinvolte nelle indagini Criminal
Minds, a cavallo fra la Repubblica di San Marino e zone limitrofe.
(…) Secondo gli investigatori
Bianchini, attraverso la
finanziaria di famiglia,
“soccorre” Vitalucci, imprenditore
anconetano in
difficoltà, allo scopo di favorirlo
per sottrarre risorse
a un imminente fallimento.
Un’o pe raz io ne
da tre milioni di euro, in
odore di riciclaggio, conclusa
sulla fiducia. Al momento
però di rifondere il
“debito”, qualcuno rialza
il prezzo: per rientrare in
possesso dei “suoi” beni ci
vogliono almeno 320mila
euro in più di quanto inizialmente
stabilito. Vitalucci
è convinto che sia lo
stesso Bianchini a esigerli
e, arrabbiato perché lui
non è stato ai patti, si ripropone
di salire sul Titano
per fargli abbassare le
pretese. E’ accompagnato
da “guardie del corpo”
che lo spalleggiano e fanno
la faccia cattiva nei
confronti di Bianchini,
strattonato in un parcheggio.
E’ l’episodio che costa
al marchigiano (e ai body
guard Roberto Fonti, Matteo
Amici, Nicola Zaccheroni
che lo mettono in
contatto con Ardian Kazazi,
autore di una telefonata
di “avvertimento”) l’accusa di estorsione. Ma
quanto a guardaspalle, a
quel tempo, non stava male
neanche il patron della
Karnak: sono i suoi esattori,
Bruno
Platone e Riccardo
Ricciardi, a insinuarsi
nei rapporti finanziari
tra i due imprenditori
e a fare la cresta di
320mila euro a Vitalucci,
fatta passare per una vendita
d’auto. Per ricomporre
la diatriba a un certo
punto vengono coinvolti
anche elementi legati alla
criminalità organizzata:
alla fine Vitalucci sporge
denuncia.
Leggi
ordinanza a firma del Gip di Rimini
comunicato Guardia
di finanza di Rimini,
persone coinvolte e capi di imputazione ordinanza Gip di Rimini