San Marino Rimini. Rogatoria sui gendarmi, bloccata. Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

San Marino Rimini. Rogatoria sui gendarmi, bloccata. Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

Caso della droga messa  dolosamente sotto l’auto di una persona, emerso durante la indagine riminese Criminal
Minds
,  in cui sono stati tirati  in ballo anche  due gendarmi della Repubblica di San Marino.

Presso il Tribunale di San Marino, il giudice d’appello divide i casi dei due gendarmi entrambi marescialli: per uno definisce la perquisizione «sfornita dei minimi elementi di supporto alla legge».

In sostanza blocca la rogatoria proveniente da Rimini.

Ne tratta Patrizia Cupo su Corriere Romagna San Marino.

(…) Il procuratore del fisco Roberto Cesarini ha infatti
presentato ricorso all’esecuzione della rogatoria ipotizzando
il rischio di incorrere in atti segreti nel corso
della perquisizione nei locali della polizia giudiziaria.
Sulla base di quel reclamo, il giudice delle appellazioni
penali ha risposto con un’ordinanza che è bastata a mettere
in subbuglio mezzo tribunale. Il documento è dell’8
gennaio scorso: secondo il giudice David Brunelli vi sono
dubbi sull’ammissibilità della rogatoria. E in ogni
caso, ne discute il sistema di esecuzione: il commissario
della legge che l’ha accolta avrebbe dovuto, si intuisce
dall’ordinanza, prima indagare sui fatti così da valutare
se il “fumus” del reato esisteva e poi in secondo momento
ordinare semmai la perquisizione.

E se anche
distingue i due casi, tra i marescialli indagati, dispone
comunque l’annullamento dell’ammissione della rogatoria.
Ed esaminando il caso del gendarme
Gatti  arriva
a dichiarare perquisizione e sequestri ai limiti della legalità:
«sforniti dei seppur minimi elementi di supporto
che la legge richiede».

Ma dubbi sono espressi anche
sulla posizione di
Bernacchia. Lui e Gatti, secondo l’accusa riminese, avrebbero contribuito a costruire la calunnia,
il primo trasmettendo informazioni ai colleghi
italiani sui controlli reali dell’attività antidroga delle
sue pattuglie; il secondo (a sua volta, come dirigente del
servizio minori, al lavoro nelle cause legali tra l’incastrato e la sua ex compagna per gli alimenti al figlio in
comune) assistendo al processo per droga dove il 36enne
era imputato. Troppo poco, per il giudice d’appello. Ora,
il magistrato sammarinese titolare dell’inchiesta interna
aperta sempre per calunnia valuterà l’ordinanza di
Brunelli e deciderà il destino dell’indagine a carico dei
due gendarmi. Ma per il momento, gli atti sequestrati
rimangono sul Titano
.

Leggi l’intero articolo di Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino (pubblicato il 17)

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