Da San Marino si segue con molta attenzione lo sviluppo della indagine sul Meeting di Rimini, cui da anni si è contribuito in modo piuttosto rilevante, senza valorizzare appieno la partecipazione.
Il Resto del Carlino: Truffa. L’inchiesta della Finanza non è ancora finita / I dirigenti del Meeting
davanti al magistrato /
Già fissati per lunedì gli interrogatori dei tre indagati
Compagnia delle opere.
La Cdo smentisce:
«Il Meeting ha pagato
al prezzo di listino»
Fissati a tempo di record, gli
interrogatori dei tre indagati
dell’inchiesta sulla presunta truffa
della Fondazione Meeting per
ottenere i contributi regionali che
ha visto il sequestro di beni per
un milione di euro, inclusa la sede
dall’Ente. Già lunedì prossimo,
il pubblico ministero sentirà
i tre al centro dell’indagine della
Guardia di finanza, il direttore generale
della Fondazione, Sandro
Ricci, il direttore amministrativo,
Roberto Gambuti, e Massimo
Conti, commercialista e legale rappresentante.
I quali sono accusati
di truffa aggravata per il conseguimento
di erogazioni pubbliche.
Quei 310mila euro dati da Regione
Emilia Romagna, Agenzia
Marketing turistico della riviera
di Rimini, Camera di Commercio
e ministero dei Beni Culturali.
Contributi, secondo gli inquirenti,
ottenuti alterando i bilanci per
farli risultare in passivo, quando
invece non lo erano. Dalla ricostruzione
fatta dalle Fiamme Gialle,
i sistemi erano due. Il primo
quello di utlizzare una società deputata
alla raccolta di pubblicità,
controllata dalla Fondazione, a
cui venivano attribuite a seconda
degli anni quote variabili di introiti,
in modo da ridimensionare
i ricavi. L’altro, sarebbe consistito
invece nell’acquisto di spazi
pubblicitari da una società controllata
questa dalla Compagnia
delle Opere di Milano che sarebbero
però stati fatturati il doppio
della tariffa massima prevista dal
listino applicato abitualmente.
Una circostanza, quella della sovrafatturazione
che la Compagnia
smentisce categoricamente. (…)