Le deposizioni a Forlì, davanti ai pm Fabio Di Vizio e Marco Forte, di alcune persone ai vertici della Repubblica di San Marino paiono essere state devastanti (in dialetto si direbbe che si sono comportate da ‘sgrazid’) non solo per la Carisp San Marino, che ha ricevuto un avviso di fine indagine per la inchiesta Varano.
Ci sarebbero conseguenze addirittura per l’intero sistema finanziario sammarinese che era arrivato a contare – l’ultimo nel 2009 – 72 ‘soggetti autorizzati’: dodici banche e sessanta tra finanziarie, fiduciarie, società di gestione, compagnie
d’assicurazioni.
Lo si deduce da quanto scrive Stefano Elli su IlSole24Ore a proposito di soldi che continuano ad arrivare in Repubblica, ma che poi ripartono subito per altri lidi, cioè guidati da personaggi di altra pasta.
“Il denaro continua ad affluire – conferma un ex funzionario di Banca Centrale – ma lo scudo fiscale e, soprattutto, alcune improvvide dichiarazioni fatte da esponenti bancari locali ai magistrati di Forlì, hanno fatto sì che il patto di riservatezza che vincola il cliente alla banca, si sia spezzato”. “Sarebbe come se Garibaldi che, quando era in fuga dagli austriaci, aveva chiesto asilo ai sammarinesi, anziché essere protetto fosse stato consegnato”, scherza amaro un banchiere.
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