Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Ci sono donne disoccupate, ma anche tanti 40enni che hanno perso il lavoro e hanno famiglia. Richieste triplicate negli ultimi due anni /
Sempre più sammarinesi alla Caritas /
Il direttore Ceccoli: «Molti si vergognano di venire qui. Il governo ci aiuti»
SAN MARINO. Chiedono
cibo, vestiti e conforto: sono
i “nuovi ” sammarinesi;
quelli che vivono (o,
meglio, sopravvivono)
senza un lavoro e con
l’aiuto della Caritas diocesana.
Negli ultimi mesi,
sono una ventina le famiglie
del Titano che si sono
rivolte alla casa San Michele
alla ricerca del “pacchetto” di sostegno: triplicate
negli ultimi due anni.
E almeno due quelle che ogni
giorno raggiungono la
mensa della Caritas diocesana
a Rimini per un pasto
caldo.
Ma le impressioni nascondono
una situazione
ancora più tragica: «Molti
non si sono ancora rivolti
a noi perché San Marino è
un paese piccolo e ci si vergogna
a chiedere di mangiare
gratis» chiarisce il
direttore Giovanni Ceccoli,
che lancia la richiesta
alla volta dei Palazzi di
governo: «Manca un coordinamento
a livello istituzionale:
basterebbe anche
solo un vademecum per
chi è in difficoltà per spiegare
loro a quale tipo di
aiuto possono appellarsi».
Sopra alla struttura, vi è
anche una casa di accoglienza
(della Madonna
della consolazione) la cui
ospitalità è stata da poco
riattivata, ma lì ancora
nessun sammarinese ha
chiesto un posto per dormire
«così come nessun
nucleo familiare del Titano
ha chiesto ancora accesso
al nostro microcredito,
ma la situazione sta
cambiando molto rapidamente
– conferma il diacono
-.
Lo vediamo ogni giorno
al centro di ascolto: diversi,
molti di più rispetto
all’anno scorso, i sammarinesi
che vi si rivolgono
per ogni genere di aiuto.
Chiedono informazioni
per poter ottenere gli aiuti
della Caritas, il cosiddetto
“pacco” – con alimenti e
indumenti -, ma ne approfittano
anche per sfogarsi
e cercare conforto. (….)
OGGI
GIORNALI PARLANO
DI …
Marino di N. Montebelli
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