Priscilla elettorale su La Voce di Romagna.
Inizia a farsi largo un senso di disagio verso alcune forme di propaganda.
I manifesti di un tale Alfredo Manzaroli, mascella da marine, slogan anni ’30, hanno alzato un polverone. Si è scusato, “è stata una ditta di Rimini”. La giustificazione mi ha indignata. Vuole governare il Paese e usa per la campagne elettorale società italiane?
Ha ragione il mio ragazzo, vi distruggete da soli italianizzando il Paese, cercate in voi le ragioni della tragedia.
Mi segnalano anche delle avvenenti signorine, poco romagnole, promuovere in luoghi pubblici la lista guidata da due arzilli vegliardi della politica. Sono offesa! Un insulto a noi ragazze, basta uomini in cerca di fantasie d’amore a est.
Fortuna che c’è lei che vigila. Bionda, morbida, rassicurante come una giovane zia, dice cosa fare e cosa non fare, blandisce i birichini, dà buffetti a chi sbaglia. Sorride. E’ l’emblema – mi dice sempre Luca ridendo – del potere inossidabile di Alleanza Popolare.
Ap presidia i centri nevralgici, pronta – dopo le elezioni – a un ribaltone per fare pagare alcuni conti aperti a Dc e Psd.