San Marino. Sindacati, approvata dall’assemblea dei lavoratori l’ipotesi di accordo per il contratto dell’edilizia privata

San Marino. Sindacati, approvata dall’assemblea dei lavoratori l’ipotesi di accordo per il contratto dell’edilizia privata

Le Federazioni sindacali hanno il mandato di sottoscrivere, nei prossimi giorni, l’accordo per il rinnovo contrattuale con le associazioni datoriali. 

A darne notizia, in un comunicato congiunto, le federazioni Unitaria Costruzioni e Servizi CSdL, Costruzioni e Servizi CDLS e Industria-Artigianato-Edilizia USL, che precisano: “L’Assemblea dei lavoratori dell’edilizia privata, riunitasi presso la Sala Montelupo di Domagnano lo scorso mercoledì 18 gennaio, con votazione segreta ha approvato quasi all’unanimità l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto del settore.

In virtù di questa approvazione, le Federazioni Sindacali di pertinenza di CSdL – CDLS – USL hanno ricevuto il mandato a sottoscrivere l’accordo contrattuale con le controparti ANIS, OSLA e UNAS.

I contenuti di tale accordo, che sarà firmato dalle parti sindacali e datoriali nei prossimi giorni, prevedono in primo luogo il riconoscimento di un aumento economico una tantum per gli anni pregressi, dal 2018 al 2022, complessivamente pari a €. 1.500.

Per il 2023, a partire dal 1° gennaio, le retribuzioni dei lavoratori dell’edilizia privata beneficeranno di un aumento del 2%, a cui seguirà un aumento ulteriore dell’1,5% per il 2024, e dell’1% per il 2025. L’aumento complessivo capitalizzato (esclusa la quota una tantum), sarà superiore al 4,5% nel triennio 2023-2025.

Una volta sottoscritto l’accordo, nei mesi successivi lo stesso accordo verrà sottoposto a referendum tra tutti i lavoratori dell’edilizia privata, per l’approvazione definitiva,  in base alle norme previste dalla legge sulla rappresentatività e la contrattazione (L. n. 59/2016).

Nonostante il settore edile privato e la sua forza lavoro siano stati fortemente ridimensionati negli ultimi anni, questi aumenti contrattuali rappresentano – dopo anni di stallo del contratto, fermo dal 2018 – un segnale di rilancio del settore, che vuole anche essere una risposta alle dinamiche inflative in atto”.

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