La Repubblica di San Marino sogna di diventare come il Lussemburgo, ma la realtà che deve cominciare ad affrontate giorno dopo giorno è sempre più amara come ha messo in evidenza su l’Espresso Natascia Ronchetti.
Da dodici che erano gli istituti di credito, tra chiusure e accorpamenti, fra un po’ saranno sette.
Renato Clarizia, presidente di Banca Centrale, tenta nonostante tutto di iniettare un po’ di fiducia. “Il ridimensionamento del sistema è in parte fisiologico”, dice, “Ora però serve una maggiore professionalizzazione: quello che immaginiamo è una piazza capace di attrarre investimenti stranieri con servizi finanziari efficienti e con una estrema semplificazione amministrativa, nei limiti della trasparenza e delle normative internazionali. Il modello è il Lussemburgo, una piccola realtà dove si possono fare velocemente grandi cose”.
Ma il fatto è che tanta trasparenza ha bisogno di una sponda politica. E come fa notare Tonino Carattoni, membro della Segreteria del Psd, il Partito Democratico sammarinese, “il Granducato ha un pezzo da novanta come Jean Claude Juncker, il presidente dell’Eurogruppo. Anche noi avremmo bisogno di un peso massimo da spendere in Europa, invece abbiamo solo pesi medi”.
Leggi l’articolo di Natascia Ronchetti, l’Espresso (San Marino, Sognando Lussemburgo)
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