Patrizia Cupo – Corriere Romagna: ADESSO SI TIRA LA CINGHIA / Spesa pubblica, la metà va nell’istruzione / I tecnici della “spending review” mettono nel mirino quei 92 milioni spesi per i dipendenti / «No alle propine d’esame, no all’indennità, no alla paga estiva degli insegnanti non di ruolo»
SAN MARINO. La cultura costa? A San Marino forse troppo: a dirlo sono i tecnici per la spending review. Dei 92 milioni pagati per mantenere i dipendenti pubblici, quasi il 50% va al dipartimento istruzione. Il personale delle elementari costa 10 milioni, 6 e mezzo quello delle scuole d’infanzia, altrettanto le medie, 4 e mezzo insegnanti e bidelli delle superiori. E tra indennità di funzione e costo per le sostituzioni, la scuola “ciuccia” come un motore a benzina. «No alle propine d’esame, no all’indennità nei mesi estivi, no alla paga estiva degli insegnanti non di ruolo», dicono i tecnici per la revisione della spesa pubblica: già così si risparmierebbero oltre 600mila euro. Sono tanti i buchi “neri” del bilancio di Stato messi in luce dalla relazione del gruppo per la spending review: dipendenti pubblici, Iss e beni e servizi sono tra le voci più impegnative delle uscite di Stato. E su questi temi, il congresso ha già promesso provvedimenti. Il capitolo scuola, salato, figura nelle oltre cento raccomandazioni che i tecnici affidano a Congresso e Consiglio per provare a risparmiare un po’ sulle uscite (…)