Stallo su tutti i procedimenti che riguardano i magistrati
Antonio Fabbri
Procedimenti nei confronti dei magistrati, siano essi denunciati o denuncianti, tutti bloccati. Emerge durante l’udienza davanti al Collegio Garante di costituzionalità delle norme celebratasi ieri per una eccezione di costituzionalità. Viene comunicato in quella sede dal procuratore del fisco, Roberto Cesarini, che recenti sentenze del giudice per i rimedi straordinari, Vitaliano Esposito, hanno infatti accolto, ora astensioni, ora ricusazioni. Circostanza che, al momento, ha causato lo stallo di quei procedimenti.
Il sindacato di legittimità sul quale il Collegio Grante nella sua nuova composizione è chiamato a decidere, è il numero 13 del 2019, sollevato dai commissari della legge Laura Di Bona e Antonella Volpinari. I due magistrati hanno sollevato l’eccezione di costituzionalità su una serie di norme, nella parte in cui non prevedono che, quando vi siano procedimenti aperti nei confronti di altri magistrati, le funzioni inquirenti possano essere demandate ad un Commissario terzo – come accade ad esempio per il giudice per la responsabilità civile dei magistrati – nell’ipotesi in cui tutti i Commissari della Legge siano impossibilitati, ricusati o astenuti, o incompatibili. Come accade, tra l’altro, nel caso specifico da cui ha preso le mosse l’eccezione di costituzionalità nel quale si tratta di una denuncia per diffamazione verso l’ex magistrato dirigente Valeria Pierfelici.
Per l’Avvocatura dello Stato, rappresentata dall’avvocato Barbara Reffi, ci sono profili di inammissibilità nel sindacato presentato: “Il nostro ordinamento prevedere la pienezza della giurisdizione di tutti i magistrati – ha rilevato l’avvocato Reffi – Quindi sono tutti sostituibili da altri magistrati nell’esercizio delle loro funzioni e competenze. Non è quindi condivisibile il presupposto da cui muove l’ordinanza di remissione a questo Collegio Garante, secondo cui, esauriti i tre giudici inquirenti, ci sarebbe una carenza assoluta del giudice competente. Ciò posto chiediamo il rigetto dell’eccezione di costituzionalità”, ha detto l’Avvocatura.
Il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha espresso dal canto suo la preoccupazione per lo stallo venutosi a creare e ha chiesto che la pronuncia dei Garanti “fornisca un chiarimento sul diritto e sulle procedure da seguire” in caso di necessità di sostituzione dei magistrati e anche sulla possibilità di operare in pool dei giudici, nei casi in cui parte offesa o indagato sia un magistrato. “C’è necessità quanto meno di un chiarimento, di un intervento che chiarisca la procedura da seguire in questi casi”, ha detto il Pf.
Quindi è toccato ai difensori del Commissario della legge Valeria Pierfelici, Gian Nicola Berti e Rossano Fabbri. “Condivisibile la posizione dell’Avvocatura dello Stato”, ha detto l’avvocato Berti sostenendo la necessità di ottemperare al principio del giudice precostituito per legge. Dello stesso avviso dell’avvocato Rossano Fabbri che, nel condividere le affermazioni del collega, ha tuttavia sottolineato come anche in sede amministrativa si sia già manifestato il problema legato ad astensioni e incompatibilità: “La soluzione di tali questioni non è semplice – ha quindi aggiunto – su tali temi il Paese è in grande difficoltà”.
In sostanza, quindi, il problema che era sorto con l’eccezione di costituzionalità sollevata del Commissario Battaglino per la fase giudicante, si manifesta anche nella fase inquirente. Nella sua sentenza di aprile 2019 i Garanti avevano già invitato il Consiglio a risolvere l’impasse, legiferando in merito. Ma non si è proveduto.
Il Collegio Garante, ieri nella sua nuova composizione con il presidente Giovanni Nicolini e i giudici Giuseppe De Vergottini e Kristina Pardalos, si è riservato di decidere nei termini di legge su questo ulteriore sindacato di legittimità costituzionale.