San Marino. Titolo irredimibile Bns, Antonio Fabbri: ecco di cosa si tratta

San Marino. Titolo irredimibile Bns, Antonio Fabbri: ecco di cosa si tratta

Titolo irredimibile Bns, ecco di cosa si tratta

Il Decreto adottato dal Congresso di Stato venerdì scorso stabilisce di pagare Bcsm con questa “obbligazione perpetua”, emettendo di fatto altri 19 milioni di debito pubblico Lo stato pagherà un cedola annua al tasso fisso dello 0,10%

Antonio Fabbri

Il decreto 118 adottato venerdì dal governo , di cui abbiamo dato notizia ieri su queste pagine,  stabilisce che Banca Nazionale Sammarinese (ex Banca Cis) sarà ceduta da Banca Centrale allo Stato e pagata con titoli irredimibili del debito pubblico. Quindi altro debito per coprire l’acquisizione di Bns, la cui procedura di risoluzione “presentava puntualmente forti elementi di criticità”, dice in premessa il decreto stesso.

Giova ricordare che cosa sia un titolo irredimibile, che tra l’altro è stato già utilizzato sempre quest’anno per chiudere il buco di Cassa di Risparmio. I titoli irredimibili potrebbero essere definiti come “delle obbligazioni senza scadenza, soggette al solo pagamento della cedola. Il titolo irredimibile prevede che l’emittente, nel caso sammarinese lo Stato, si assuma l’impegno di pagare gli interessi per un arco di tempo indefinito.

Nel caso del titolo irredimibile per coprire l’acquisizione di Bns, il pagamento della cedola sarà annuale, ogni 30 settembre, e la rendita dello sarà a tasso fisso 0,10%. Quanto al rimborso del titolo, sarà facoltà dell’emittente, cioè lo Stato, stabilire quando procedere, anche eventualmente in modo parziale. L’agente pagatore per conto dello Stato sarà Banca Centrale. 

Specifica tutto l’articolo 5 del decreto 118, descrivendo le caratteristiche dei titoli irredimibili del debito pubblico:

(…) hanno le seguenti caratteristiche:

– Emittente: Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino;

– Valore nominale complessivo massimo dell’emissione: 19.000.000,00; – Valuta di denominazione: euro;

– Valore nominale unitario del titolo non frazionabile: 10.000,00;

– Numero massimo di titoli oggetto di emissione: 1.900;

– Data di godimento iniziale: 30 settembre 2021;

– Data pagamento cedola: 30 settembre di ogni anno o, se non lavorativo, primo giorno lavorativo immediatamente successivo, senza riconoscimento di alcuna maggiorazione di interessi;

– Data di regolamento dell’emissione: 30 settembre 2021;

– Prezzo di emissione: 100,00 per cento del valore nominale unitario;

– Tasso fisso pari all’0,10 per cento annuo lordo;

– Prezzo di rimborso eventuale: 100,00 per cento del valore nominale rimborsato o, alternativamente, titoli del debito redimibili; (…)

Facendo il calcolo, quindi, al tasso dello 0,10% lo Stato staccherà ogni anno, su 19 milioni di titolo irredimibile, una cedola di 19mila euro. Esborso tutto sommato sostenibile grazie all’espediente del titolo perpetuo che, tuttavia, continuerà, seppure “nascosto”, a ingrossare il debito pubblico. 

Il fatto, poi, che questo aggravio di debito dello stato venga fatto tramite Decreto da una maggioranza, soprattutto con alcune sue componenti, che denunciava l’abuso della decretazione come una distorsione della democrazia, è un dato politico che si assomma alle perplessità già espresse su Bns anche dai banchi della maggioranza in Consiglio.

 

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