San Marino. Tonnini, condannata per diffamazione verso Rosa

San Marino. Tonnini, condannata per diffamazione verso Rosa

Diffamazione verso Rosa, decreto penale di condanna per Tonnini

L’esponente di Rete in una serata pubblica aveva accusato falsamente il membro del Cda di Carisp di aver dato sostegno ai piani del “gruppo criminale” di Confuorti

La vicenda della diffamazione è quella che era scaturita dalla serata pubblica di Rete e Mdsi nella quale, attraverso una rilettura dell’ordinanza Morsiani relativa al “Caso titoli”, veniva fatta una ricostruzione con delle slide e delle grafiche di messaggi su un gruppo wahtsapp. In questa serata veniva esplicitamente accusato il consigliere del Cda di Cassa di Risparmio, Andrea Rosa, di aver portato Carisp ad una perdita d 534 milioni di euro poi su decisione del governo fatti ricadere sul bilancio statale. Lo accusava anche di avere attuato i piani di Confuorti descritto come capo di un “gruppo criminale” che aveva lo scopo di “dirottare il paese”, e diceva che Andrea Rosa, tramite il gruppo wahtsapp denominato “Titans”, era in contatto diretto con Confuorti, attribuendo in sostanza a Rosa di essere complice della “banda” capeggiata da Confuorti per un disegno “nemmeno finito”. 

Oltre alla serata pubblica, il video della conferenza era stato pubblicato su internet. Ma non solo. In seguito alle accuse nei confronti di Andrea Rosa il Movimento Civico10 fece un comunicato nel quale biasimava le false affermazioni esternate dalla Tonnini nella serata. In risposta, nell’apparente presentazione di scuse per le “imprecisioni” nei confronti di Rosa, venivano in realtà rincarate le insinuazioni nei confronti del membro del Cda di Cassa indicandolo come chi si era “messo a collaborare insieme alla cricca proveniente da Monte dei Paschi di Siena, cricca che, oggi lo sappiamo con certezza, ha eseguito un blitz per affossare il bilancio di Cassa di Risparmio e poi dimettersi su indicazione di Confuorti”, veniva additato come presente “in una chat di persone in contatto con Confuorti, ma non è detto che ci parlasse direttamente” sostenendo poi come fosse comunque grave il ruolo di Andrea Rosa “nell’approvazione di un bilancio in perdita, bilancio voluto da Confuorti che l’ha confezionato grazie ai membri del Cda di Cassa (quelli di Monte Paschi)”.

A seguito della serata e di queste affermazioni contenute nella replica, scattò quindi la denuncia di Andrea Rosa, che aveva ottenuto, tra l’altro, anche l’appoggio nell’azione legale del Cda di Cassa. Appoggio al quale, però, aveva rinunciato per il noto “blitz” di Ciavatta e Santi in Carisp, oggetto di un altro procedimento penale.

L’inquirente nel decreto penale di condanna specifica che “in un crescendo di insinuazioni, Elena Tonnini ha accusato Andrea Rosa di aver “affossato’’ il bilancio di Cassa di Risparmio, in esecuzione del disegno criminoso ideato da Francesco Confuorti, avendo “portato Cassa di Risparmio ad una perdita 534 milioni di euro”. “Nel rappresentare tale ricostruzione – prosegue l’inquirente – non si è limitata ad esprimere un’opinione (eventualmente critica o anche demolitoria dell’altrui operato), ma ha additato il dott. Rosa come corresponsabile dell’“affossamento” di Cassa di Risparmio. In un contesto di forte instabilità sociale come quello attuale le parole usate da Elena Tonnini nel descrivere le asserite “malefatte” di Andrea Rosa in seno al Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio, assumono una carica offensiva di non poca rilevanza, in quanto obiettivamente false, ma deliberatamente esposte come certe, al fine di screditare un professionista, in quanto colpevole di essere stato nominato da un’altra parte politica”. Di qui il decreto penale di condanna con il quale al termine dell’istruttoria, il Giudice inquirente Alberto Buriani ha ritenuto di applicare “la pena della multa a giorni nella misura di 800 euro”, per diffamazione, durante la serata pubblica, e per libello famoso, cioè diffamazione tramite le comunicazioni sociali, per la pubblicazione on-line del video della serata e per la diffusione del comunicato in risposta a Civico10 nel quale, secondo l’accusa, erano contenute insinuazioni ulteriori che rafforzavano le affermazioni infondate della serata.

In una nota, ieri, Rete e Mdsi, hanno annunciato che il decreto penale di condanna verrà impugnato. Si andrà quindi a processo, “di modo che un giudice dibattimentale possa serenamente valutare l’accaduto tenendo conto della buona fede di chi, umanamente, può anche sbagliare, e in tal caso si scusa pubblicamente”, sottolineano. Sul “caso specifico della serata pubblica, Elena Tonnini stessa ha riconosciuto di aver usato termini sbagliati, ma ha anche palesato la sua assoluta buona fede prendendo la penna e scusandosi pubblicamente per quella sbavatura: pochi politici sono così onesti da prendersi la briga di farlo. Ma evidentemente non bastava riconoscere l’errore”.

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