Riciclaggio da 4,8 milioni. Partito il processo
Il denaro per l’accusa era frutto di bancarotta e reati societari. La difesa eccepisce l’intervenuta prescrizione. I passaggi di denaro attraverso la finanziaria EffePi, oggi liquidata
ANTONIO FABBRI
E’ ripreso davanti al giudice Roberto Battaglino, il processo a carico di Erik Giardi, della EffePi finanziaria oggi liquidata, e Massimo Duma. La vicenda riguarda un caso di riciclaggio di oltre 4,8 milioni di euro, importo del quale già in fase istruttoria è stato disposto il sequestro per equivalente. Del caso si era già parlato nelle fasi dell’istruttoria anche perché è stata celebrata una udienza pubblica di terza istanza nella quale veniva richiesto il dissequestro di circa 225mila euro. L’istanza era stata rigettata dal giudice Lamberto Emiliani e i denari sono rimasti sotto sequestro. Dopo il rinvio a giudizio il processo è iniziato. Imputati Massimo Duma – 49enne originario di Lecce, ma risulta residente a Milano seppure pare si trovi in Australia – e Erik Giardi, 44enne sammarinese. Per il primo, ieri, il giudice Roberto Battaglino ha dovuto dichiarare la contumacia, risultando irreperibile.
Secondo l’accusa i due, in concorso tra loro, hanno trasferito e occultato fondi per un ammontare complessivo di 4.814.473,03 euro. Questi soldi sono ritenuti il frutto dei reati societari commessi da Massimo Duma e altri soggetti. Fondi distratti da una serie di società riconducibili allo stesso Duma, ma amministrate o partecipate da suoi prestanome. I soldi per l’accusa venivano trasferiti attraverso assegni circolari che, nonostante fossero intestati a soggetti terzi, finivano su conti riconducibili a Erik Giardi. Pochi giorni dopo, sempre secondo le ricostruzioni dell’accusa, i soldi venivano prelevati in contanti e consegnati a Duma o ad altre persone da lui indicate. Inoltre Giardi è accusato di aver depositato presso la EffePi, su un mandato fiduciario acceso presso Fininternational, ulteriori assegni circolari sempre riconducibili a Duma.
A seguito della liquidazione coatta della EffePi, secondo la ricostruzione dell’accusa, Erik Giardi ha chiesto il trasferimento di quanto in giacenza nel mandato, a favore di Duma. Scattata la segnalazione e l’indagine, però, la somma è stata congelata nell’aprile del 2016. Ora il processo che ieri ha visto le eccezioni preliminari. L’avvocato Gianna Burgagni, difensore di Erik Giardi, ha sollevato l’intervenuta prescrizione del reato.
L’eccezione preliminare è stata respinta dal giudice Battaglino che ha sottolineato come nella fase dibattimentale si potranno fare emergere le date del “tempus commissi delicti”, in modo da procedere poi con i conteggi del decorso temporale in funzione di una eventuale dichiarazione di prescrizione. Ammesse poi le richieste testimoniali avanzate alla difesa di Giardi. Il processo è stato aggiornato al 16 maggio prossimo per l’audizione dei testimoni.