San Marino. Tredicesima ai pensionati, servono soluzioni

San Marino. Tredicesima ai pensionati, servono soluzioni

Servono soluzioni per pagare la tredicesima ai pensionati

Il problema del disequilibrio dei fondi pensione è stato posto dal Direttore amministrativo dell’Iss in Commissione sanità. Occorre trovare 10 milioni di euro entro dicembre

Serve una soluzione entro breve o il rischio è che non ci sia la possibilità di pagare la doppia pensione di dicembre ai pensionati. Il rischio per la tredicesima delle pensioni è stato sollevato dal direttore amministrativo dell’Iss Marcello Forcellini, nella riunione della Commissione sanità della scorsa settimana. Il rendiconto che ha fatto ai commissari è complessivo e rileva difficoltà un po’ in tutti i settori del settore sanitario e socio-sanitario e quello previdenziale, evidenziando come difficoltà più impellente quella, appunto, del disequilibrio delle pensioni.

“Sulla contabilità, l’Iss è in una situazione di particolare difficoltà – ha detto Forcellini – che riguarda sia l’aspetto di natura economica che finanziaria. Non abbiamo ancora approvato il bilancio 2019, che trova un disavanzo per l’attività sanitaria e socio-sanitaria di 7 milioni di euro al di fuori dello stanziamento dello Stato. Ulteriormente aggravato anche da un disavanzo non coperto nel 2018 di 2,5 milioni di euro, a questo si aggiunge un disequilibrio di natura previdenziale che si estende dal 2107 al 2019”. Nello specifico “i Fondi pensione dipendenti hanno registrato un disavanzo non coperto dallo Stato nel 2017 di 3,8 milioni di euro, nel 2018 i fondi hanno avuto un disavanzo di circa 6,5 milioni di euro non coperto, infine nel 2019 il disavanzo registrato è stato di 24,8 milioni di euro ripartito in 10 anni. Questa situazione ha prodotto un disequilibrio di circa 38,6 mln di euro. Ciò si ripercuote nel rendiconto finanziario, nella tenuta della liquidità dell’isti- tuto che è in una situazione di profonda difficoltà. Il mese di dicembre dovrà trovare delle soluzioni alternative per coprire circa 10 milioni di euro che riguarderanno o l’apertura di linee di credito o la possibilità di andare ad attingere a fondi pensione del primo pilastro che dovrà servire a pagare la doppia pensione di dicembre”.

C’è da chiedersi, a questo punto, se anche il piazzamento dei “Titano bond”, dato per imminente, servirà tra le altre cose a coprire anche questa emergenza.

Sta di fatto che “questa situazione – ha ammesso il Direttore amministrativo Marcello Forcellini – preoccupa il sottoscritto, dobbiamo trovare una soluzione in tempi celeri per consentire la chiusura dell’anno fiscale corrente e l’apertura serena per affrontare una profonda ristrutturazione dell’ambito amministrativo e dell’equilibrio contabile dell’istituto”. Ma sul piano previdenziale lo sbilancio tra entrate, cioè contributi che vengono versati, e uscite, cioè pensioni che vengono erogate, è importante. Si parla di circa 50 milioni di euro. Di qui la necessità di una riforma pensionistica della quale si parla da tempo, ma che, incontrando in passato anche una certa titubanza dalle parti sociali, non è mai decollata.

“Sul disequilibrio pensionistico – rileva infatti il Direttore amministrativo – ad oggi possiamo dire che il Delta fra entrate e uscite ammonta più o meno a 50 milioni di euro di cui 35 si fa carico lo Stato”. Il che significa che, in un modo o nell’altro, la ricaduta del disavanzo è sempre sulle casse pubbliche. Di qui la necessità “di una revisione e a tal proposito – ha fatto sapere Forcellini – è stata avviata una collaborazione con esperti in materia per giungere a un periodo di revisione più o meno ragionevole che non potrà essere brevissimo, comunque di medio periodo”.

Sul piano della gestione dei fondi pensione il Direttore amministrativo ha reso noto che “la parte di gestione dei fondi pensione e degli accantonamenti venuti nel tempo: il primo pilastro di 450 milioni di euro, di cui 400 milioni allocati agli indici prudenziali nelle banche e intermediari sammarinesi e 50 milioni collocati fuori territorio. Di questi 10 milioni di euro sono rientrati qualche settimana addietro per il disinvestimento del fondo Kokomo.

Abbiamo poi avviato un’attività sull’ex investimento di 20 mln di euro del fondo Quercus su energie rinnovabili”. Da tutta la ricostruzione emerge che una riforma pensionistica non è certo più rinviabile.

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