Da ItaliaOggi: Gli istituti di credito reclamano il rientro per 16 mln / L’aeroporto di Rimini rischia di finire direttamente in banca
L’uscita dall’empasse potrebbe essere la privatizzazione dell’aeroporto ma
nessuno finora s’è fatto avanti e se le banche non accetteranno la richiesta di
moderazione da parte dei politici locali potrebbero essere loro a doverlo
mettere sul mercato. Un tentativo è in corso con San Marino, attraverso una
richiesta alla Camera di Commercio del Titano, che però sembra restìa a
impegnarsi: «Rivolgo alla Camera di Commercio di San Marino l’invito a
sottoscrivere delle quote», dice il presidente di quella di Rimini, Manlio
Maggioli, «anche se entrare in aeroporto adesso non è una passeggiata».
Questa che si sta offrendo alla Repubblica di San Marino dal versante riminese (e, di fatto, italiano in genere) è una occasione irripetibile per risolvere i suoi guai. Come? Intervenendo, come richiesto, su strutture fondamentali come appunto l’aeroporto, ma anche la fiera ed il palacongressi.
Sono strutture essenziali per Rimini, ma ancor più per San Marino. E San Marino potrebbe mettere sul tavolo, riminese, anche le faccende romane, oltre a quelle annose più particolari come un nuovo collegamento viario con la costa.
L’appello per le tre strutture è stato lanciato nei giorni scorsi, da Rimini. Apertamente, con un appello accorato.
Quanto alle risorse, basta che il governo della Repubblica di San Marino decida di riscuotere quello che è nel suo dovere (300 milioni) per risolvere la situazione, a partire, ovviamente, da quella interna.
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