Riceviamo e pubblichiamo
“Nella millenaria storia della diaspora del popolo ebraico, ci sono stati casi emblematici in cui ad una comunità ben integrata, attiva e partecipe, è stato bruscamente ricordato chi fosse e dove dovesse puntare il proprio naso adunco.
Nell’Italia risorgimentale la comunità ebraica ebbe un ruolo importante che portò ad una partecipazione di massa alla Grande Guerra. In molte sinagoghe furono eretti monumenti a celebrare i caduti. L’amore per la nascente Italia rimase invariato, forse aumentò addirittura, portando gli ebrei italiani a supportare l’impresa di Fiume del “Poeta al comando”. Furono attivi anche nella costituzione del partito fascista, nel quale pensarono di vedere il proseguimento degli ideali risorgimentali.
Furono traditi.
Questa parte del racconto è tristemente nota a tutti: Patti Lateranensi, leggi razziali, deportazioni.
Un tradimento diverso, perché diverso è il momento storico ed il Paese, è quello della Russia di Putin che, nonostante i fatti inumani del 7 ottobre, legittima i fanatici criminali di Hamas ricevendoli al Cremlino. L’antisemitismo era di casa nella Russia zarista (Ucraina compresa): frequenti pogrom, discriminazioni, divieti di vivere in città ed altre amenità. Dalla perestroika in poi, con il Presidente Yeltsin e la Russia attuale che da quegli “anni ‘90” è nata, il ruolo della comunità ebraica è stato importante nella cultura, nella politica e nell’economia russa.
Sono stati traditi.
Siamo stati traditi nella Russia del 2023 come fummo traditi nell’Italia fascista.
Fortunatamente, la nostra Repubblica è stata sempre un’eccezione: ha protetto gli ebrei all’ombra delle torri, raccontano quella “Meravigliosa Bugia”, ed ha accolto con gioia ed ospitalità le annuali celebrazioni per l’indipendenza dello Stato di Israele.
Confido che, nonostante le sparute esternazioni di alcuni esponenti del partito populista, il Governo della Repubblica continui nel solco della civiltà.
Andrej Ceccoli”