Prosegue la lettura, da parte di Patrizia Cupo di Corriere Romagna San
Marino, del memoriale (‘Atto
K‘) di Salvatore
Vargiu l’ex carabiniere titolare della agenzia di investigazione Cio
di cui Marco
Bianchini si serviva per vigilare su dipendenti o ex dipendenti (esempio
Roberto
Rastelli), finendo poi per essere spiato lui stesso addirittura per Fingestus (Criminal
Minds”).
L’Atto K è la minuziosa descrizione dei mesi di Vargiu a San Marino; di come fosse riuscito, attraverso alcuni amici tra le forze dell’ordine, a farsi accreditare presso la politica al governo nel 2008. E di come, «con trenta dipendenti e il controllo 24 ore su 24 del territorio sammarinese», fosse riuscito a crearsi da solo un «quarto corpo di polizia».
A questo, gli valeva l’elicottero (un Robinson 22) che, nel 2008, fece arrivare sul Titano: all’inaugurazione del servizio, presenziarono anche rappresentanti politici che si prestarono per un giro di prova. Nel memoriale, si specifica che il servizio aereo serviva a vigilare sulle attività di trasporto valori e scorte. In realtà, negli uffici sammarinesi non figurano autorizzazioni in tal senso, ma si ricorda bene che l’elicottero fu mandato via dopo pochi giorni.
Qualcuno storse infatti il naso sulle attività di Vargiu sul Titano: oltre ai voli di controllo, l’investigatore privato si era anche dotato di un sistema di video sorveglianza «di concezione militare israeliano che, collegato a una banca dati, poteva individuare anche solo in transito persone ricercate e auto rubate».
Roba da controspionaggio: proprio per questo, rivela il memoriale, Vargiu sarebbe stato allontanato; per paura che, dietro le sue attività, vi fossero come mandati i servizi segreti italiani. Lo scrive il memoriale, ma lo confermano soprattutto le voci del tempo sull’estroso agente “segreto”.
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