RASSEGNA STAMPA – Il 41enne di San Marino, ex calciatore, considerato un guru del ‘network marketing’ e uno dei leader di una rete di venditori specializzati in integratori, prodotti dimagranti e barrette energetiche
Il processo nato dall’inchiesta ‘Cheope’, su un presunto sistema di vendita piramidale scoperto dalla Guardia di Finanza, si è concluso con una sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice monocratico di Rimini per i 13 imputati, difesi dagli avvocati Moreno Maresi, Mattia Lancini, Filippo Cocco, Giovanni Orciani. Tra di loro c’è anche Fabio Bollini, 41enne di San Marino, ex calciatore, considerato un vero e proprio guru del ‘network marketing’ e uno dei leader di una rete di venditori specializzati in integratori, prodotti dimagranti, barrette energetiche. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la struttura di vendita sarebbe stata basata sul mero reclutamento di nuovi soggetti, disposti a sborsare fino a mille euro per entrare a far parte della rete. Una pratica che nel nostro Paese è vietata dalla legge. Il reclutamento sarebbe avvenuto sia sui social, sia con convegni organizzati in grande stile in palasport e hotel in tutta Italia. Gli integratori, prodotti dalla capogruppo americana di Vi Italia, venivano poi forniti dalla società controllata olandese a quella italiana. La Vi Italia formalmente aveva la sua sede legale a Milano, ma in realtà i vertici dell’organizzazione erano qui, tra Rimini e San Marino (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino