Dopo giorni in cui assisto a speculazioni politiche su alcuni miei cari e sulla mia persona, sfacciatamente indotte ed alimentate da esponenti politici privi evidentemente di ogni etica, mi sento costretto a prendere posizione pubblica.
Se finora ho taciuto, nonostante le favole che ad ogni nuovo capitolo diventano sempre più creative, è perché ritengo di non avere fatto nulla di sbagliato.
Questi i fatti: nel tardo pomeriggio del 1° aprile ero in Via Gino Giacomini insieme ad alcuni miei familiari, rientravamo a casa e ci siamo fermati in chiacchiere riconoscendo degli amici. Una giornata di festa nazionale in cui gli esercenti della macelleria, che lavoravano in preparazione dell’apertura del giorno dopo, ci hanno fatto assaggiare alcuni dei loro squisiti prodotti. In quel magazzino, in cui si sarebbe verificato il fantomatico festino, chi vuole davvero la verità può verificare di persone che, al netto della merce stivata, ci potrebbero entrare non più di cinque persone.
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