“La mentalità si cambia con l’educazione, con leggi apposite, con la modifica del linguaggio con cui si parla e si definisce la violenza di genere. Cultura e legalità procedono insieme e l’una senza l’altra è inefficace”.
Lo dice l’Unione donne sammarinesi, che in un comunicato chiede con forza “che i media utilizzino il linguaggio giusto nel riportare casi di cronaca che coinvolgono violenza di genere e che la legislazione sammarinese rispetti le indicazioni della Convenzione di Istanbul per perseguire i reati di violenza di genere“.
“Uds non vuole processi svolti sui media né la gogna pubblica per gli accusati – riporta la nota -. Quello che però sente di poter affermare è la necessità di una riflessione sulla violenza di genere e su quella che viene definita ‘rape culture’, cioè una ‘cultura dello stupro’, purtroppo molto diffusa, che minimizza la violenza sessuale contro le donne e/o dubita della testimonianza delle vittime. Frasi come ‘ho fatto solo lo stupido’, ‘sono solamente ragazzi’, ‘stavano giocando’, ma poi lei ‘indossava una gonna troppo corta’, ‘era ubriaca’, ‘se l’è cercata’ sono ancora troppo comuni quando si commentano violenze di genere, come purtroppo abbiamo visto in questi giorni, non solo nel caso sammarinese ma anche in quello, ben più mediatico, del figlio di Beppe Grillo”.
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