Sciopero Generale a San Marino.Csu

Sciopero Generale a San Marino.Csu

Nuova mobilitazione per salvare il Paese

Nuovo programma di mobilitazione indirizzato allo sciopero generale al
fine di salvare il paese dal rischio di tracollo economico
: questa  la
risposta forte e unitaria all’attacco in atto ai diritti di tutti i lavoratori,
all’immobilismo e all’incapacità del Governo che non è in grado di risolvere
nessuno dei problemi posti dai lavoratori e dalla parte sana del paese.

È il mandato che l’Attivo unitario dei delegati, svoltosi nella
mattinata di oggi a Valdragone,
ha dato agli organismi dirigenziali
della CSU, i quali dovranno definire la tempistica e gli aspetti
organizzativi.

Un inasprimento della mobilitazione per il rinnovo dei contratti di
lavoro di tutti i settori, per rilanciare tutti i nodi della petizione CSU, tra
cui l’abolizione della supertassa ai frontalier
i, e più in generale per
dire che la misura è colma. Se continua l’immobilismo  dell’Esecutivo, che
produce la chiusura di molte aziende e la perdita di centinaia di posti di
lavoro, alla fine dell’anno lo Stato si troverà, sul piano dei conti pubblici,
con 300 milioni di debito; il rischio di default per tutto il paese
diventa molto concreto.

In questo quadro, pesano anche le responsabilità della classe
imprenditoriale e in particolare dell’ANIS,
che sembra più preoccupata
a perseguire i propri interessi di categoria piuttosto che a porsi in un
atteggiamento di responsabilità generale verso il paese, senza mancare di
assumere posizioni pretestuose e di chiusura sulla contrattazione, arrivando
anche a fare marcia indietro sulle disponibilità precedentemente espresse sul
recupero dell’inflazione.

Gli snodi fondamentali per impedire il fallimento del sistema San
Marino, sono gli accordi con l’Italia, l’equità fiscale e il progetto di
sviluppo.
Circa i rapporti con l’Italia, le richieste dello Stato
italiano ormai sono note. Il Governo ha il dovere di svincolarsi dai poteri
forti, che finora lo hanno pesantemente condizionato, e compiere tutti quegli
atti necessari per portare il nostro paese alla piena trasparenza. Proposte come
quella di mandare i cittadini sammarinesi a manifestare davanti alle istituzioni
italiane, sono del tutto fuorvianti, e sono un tentativo di spostare altrove
l’attenzione da quella che è la realtà: San Marino non è ancora un paese
trasparente.

Di fatto esiste ancora il segreto bancario, tant’è vero che
nemmeno la stessa magistratura sammarinese può fare accertamenti bancari
all’interno di San Marino, se non quando è aperta ufficialmente un’inchiesta. È
ora che il Governo pensi al bene del paese, e non a salvare quella parte di
economia poco trasparente che è la causa della crisi sammarinese e della perdita
di fiducia da parte dell’Italia e a livello internazionale.

Il prossimo mercoledì ci sarà il primo incontro sulla riforma
fiscale
. Partendo dall’introduzione di nuovi strumenti per accertare i
redditi reali di tutti i soggetti economici, il peso della tassazione, che ora
grava quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti, dovrà essere ridistribuito
in maniera equa e trasparente tra le diverse categorie. Senza equità non c’è
nessun futuro per San Marino. L’equità è anche fondamentale per investire nello
sviluppo. A San Marino ogni giorno ci sono aziende che chiudono, ma nessuna
viene aperta. Il Governo deve aprire un tavolo per impostare un nuovo progetto
di sviluppo basato sull’economia reale, attirando aziende virtuose in grado di
stare con successo sul mercato.

La tassa razzista ai frontalieri va subito cancellata. Sul
piano dei diritti, non esistono lavoratori residenti e frontalieri: tutti i
lavoratori hanno diritto ad un trattamento equo. In tal senso, ci aspettiamo che
il nuovo Segretario di Stato per il Lavoro, traduca nel concreto le sue
dichiarazioni circa l’iniquità di questa tassa.

Il rinnovo dei contratti di lavoro, scaduti per i lavoratori di tutti
i settori,
è, prima ancora che un fatto economico, un diritto
democratico, che serve a riequilibrare il rapporto tra lavoratore e azienda, che
altrimenti sarebbe pesantemente sbilanciato dalla parte del datore di lavoro. Un
diritto che nessuna crisi può cancellare. L’Attivo dei quadri rilancia questo
fondamentale obiettivo per il movimento dei lavoratori.

CSU

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