1° Maggio
Mai come in questo
periodo la ricorrenza del 1° maggio assume un significato tanto pregnante.
Il momento delicato
che il Paese sta vivendo richiede oggi una riforma culturale del lavoro, nuove
norme, una mentalità diversa; se le regole nuove saranno create insieme, allora
si potrà migliorare.
La priorità è creare
un nuovo progetto di modello economico ancorato al territorio, effettivo e
sostenibile, in un’ottica di rapporti internazionali virtuosi. Per far ciò
occorre però il coinvolgimento di tutti i settori dell’economia reale che, seppur
oggi in difficoltà, costituiscono la spina dorsale del Paese.
I settori
dell’industria, del commercio, del comparto turistico-alberghiero, artigianale,
il settore bancario e finanziario e quello dei servizi assicurativi – cui va
riconosciuto il ruolo di settori fondanti e trainanti l’economia – vanno difesi,
sostenuti e indirizzati, non più singolarmente considerati, bensì come facenti
parte di un unico sistema.
La situazione
attuale è difficile, ma la base economica del Paese è solida e sana e su questa
va costruito il nuovo modello economico: un modello che esca dai ristretti
confini del nostro territorio per aprirsi al mercato europeo e mondiale sulla
base di regole chiare, condivise e virtuose. Per realizzare questo grande
cambio di passo è necessario però il contributo di tutti i lavoratori e di
tutte le forze sociali.
Il lavoro deve
tornare a essere un valore che unisce i lavoratori, e non che li divide; solo attraverso
la coesione sociale le nuove regole del rinnovato modello economico potranno
trovare attuazione.
Non è
l’assistenzialismo – pur necessario in una fase di passaggio e transizione –
che crea la ricchezza di un Paese e un’economia
solida e duratura; sono invece i valori condivisi dell’impegno e del sacrificio
di ogni singolo lavoratore consapevole di operare per un obiettivo collettivo
che è il bene comune: lavorare anche per dare a tutti un’opportunità di lavoro creando
così lavoro.
Il compito di
questa Segreteria di
Stato sarà quello di rilanciare il senso di solidarietà e
appartenenza allo Stato in un nuovo modello di sviluppo economico che sappia
contemperare le giuste esigenze di flessibilità delle imprese con le imprescindibili
garanzie di tutela del lavoro e dei lavoratori, aprendo altresì nuove
prospettive per i giovani; il tutto in un quadro di sviluppo internazionale
dell’economia.
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Il Segretario di Stato al Lavoro,
Francesco Mussoni, si è recato oggi all’azienda Karnak BIHolding di San
Marino, leader nel settore delle forniture d’ufficio, scegliendola quale
prima azienda da visitare, a
testimonianza della notevole importanza socio-economica che il gruppo
rappresenta per la
Repubblica e per le vicine Province di Pesaro e Rimini. Il
gruppo BIHolding, infatti, impiega 317 persone, di cui 215 a San Marino e 103
frontalieri. Il Segretario di Stato è
stato accolto da Marco Bianchini, Presidente dell’azienda, dal management e dai
dipendenti, che hanno espresso ampia soddisfazione per la visita e per l’attenzione dimostrata.
Mussoni ha colto l’occasione per
parlare della questione dei frontalieri, così come delle politiche di sviluppo economico e
occupazionale, già al centro della sua azione di Governo.
Il presidente Bianchini ha
sottolineato quanto il gruppo BIHolding
sia una realtà sana e in forte
espansione, che non ha mai fatto
richiesta d’accesso alla cassa integrazione guadagni e che, negli ultimi anni, ha proseguito nella
crescita creando nuova occupazione, ponendo altresì l’accento sulla cattiva
pubblicità mediatica che spesso colpisce le aziende e lo Stato di San Marino:
“Da parte del Titano – ha detto – è indispensabile spingere affinché cessi il
clima persecutorio che colpisce le aziende e il tessuto produttivo locale,
salvaguardando così l’immagine e la professionalità di chi lavora in modo
onesto e laborioso, come le aziende che fanno parte del gruppo BIHolding”.
Il Segretario di Stato Mussoni e il Presidente Bianchini hanno
infine concordato sulla necessità di lavorare tutti uniti, coinvolgendo
istituzioni, associazioni di categoria e sindacati, per trovare un piano
d’uscita dall’attuale difficile situazione in cui versa la Repubblica, a
cominciare dalla necessità di ristabilire rapporti più sereni e alla pari con l’Italia.