Segreteria Esteri in risposta al Comitato Referendum Adesione alla Ue

Segreteria Esteri in risposta al Comitato Referendum Adesione alla Ue

    Comunicato stampa
A fronte della reazione scomposta del Comitato promotore del referendum per l’inoltro della domanda di adesione all’Unione Europea dopo la recente pubblicazione, da parte della Commissione Europea, della “Comunicazione al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle Regioni sulle relazioni col Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino – Opzioni per una maggiore integrazione con l’Unione Europea”, preme a questa Segreteria di Stato precisare quanto segue.
Il Segretario di Stato agli Affari Esteri e Politici nella scorsa legislatura ha seguito, nell’approfondimento delle questioni legate alla maggiore integrazione europea e in tutti gli incontri avuti, il percorso puntualmente tracciato dal Consiglio Grande e Generale e dalla Commissione Esteri. Se questo percorso non piace al Comitato Promotore del referendum non è un problema del Segretario Mularoni, che è abituata a rispettare le decisioni degli organi istituzionali, abitudine che diventa un dovere in ragione dell’incarico ricoperto.
Il Segretario Mularoni ha inoltre, in ogni occasione ed in ogni sede, anche istituzionale, precisato che a San Marino non era e non è affatto preclusa, ai sensi del Trattato UE, la possibilità di inoltrare la domanda di adesione all’Unione Europea. Ha semplicemente riferito quelli che erano gli orientamenti espressi ripetutamente dalla maggioranza dei Ministri dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea e dai rappresentanti delle istituzioni comunitarie ogni qualvolta ha avuto occasione di incontrarli per far presente l’intenzione sammarinese di perseguire una maggiore integrazione europea e per far avanzare tale processo. Orientamenti che ora sono stati messi dalla Commissione europea nero su bianco.
Il punto di vista della Commissione europea a San Marino può piacere o non piacere e San Marino resta naturalmente libero di fare quello che ritiene opportuno. Ma è bene che i Sammarinesi sappiano cosa pensa in questo momento la controparte e adotti le conseguenti decisioni con piena cognizione di causa. Il referendum che si celebrerà nella prossima primavera sarà l’occasione utile per sondare la volontà dei cittadini ed il Governo sarà tenuto a rispettare la volontà popolare, qualunque essa sia.
A fronte della pubblicazione di stralci della suddetta Comunicazione che riproducono solo parzialmente quanto scritto dalla Commissione, si inoltra una traduzione di cortesia integrale dei rilevanti passaggi già citati in questi giorni. Per amore di verità e per rispetto dei cittadini.
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Traduzione di cortesia in italiano dei paragrafi 5.5 e 6.2 della Comunicazione della Commissione Europea in data 20 novembre 2012 al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle Regioni
Opzione 5.5 – Paese membro dell’Unione Europea
Questa opzione darebbe ai Paesi di piccole dimensioni l’accesso più ampio al mercato interno, ai programmi ed alle attività dell’UE. Benché nessun Paese di piccole dimensioni abbia ancora fatto domanda di ingresso nell’UE, essi potrebbero farlo ai sensi dell’art. 49 del Trattato: ogni Stato europeo che rispetti i valori dell’UE ed è impegnato a promuoverli può chiedere di divenire Stato membro dell’UE.
Il rinnovato consenso sull’allargamento chiede di tener conto della capacità di integrazione dell’UE e di assicurare l’effettivo funzionamento delle sue istituzioni e lo sviluppo delle sue politiche. Una possibile domanda di adesione si troverebbe di fronte due difficoltà rilevanti: in primo luogo le istituzioni comunitarie attualmente non sono pronte all’adesione di questi Paesi di piccole dimensioni. Al fine di assicurare una adeguata rappresentanza democratica di tutti i cittadini ed il funzionamento delle istituzioni anche dopo l’ingresso di Paesi con popolazione pari a solo una frazione dei più piccoli Paesi membri, sarebbero necessarie importanti modifiche ai Trattati Europei ed all’assetto istituzionale. E’ improbabile che tali modifiche siano concordate in tempi brevi e richiederebbero importanti negoziati all’interno dell’UE. In secondo luogo la limitata capacità amministrativa dei Paesi di piccole dimensioni avrà un impatto non indifferente sulla loro capacità di dare attuazione all’acquis comunitario e di adempiere a tutte le obbligazioni in capo agli Stati membri.”
“6.2 – Raccomandazioni
Le opzioni presentate in questa Comunicazione, se dovessero essere approfondite ulteriormente dall’UE, dovranno essere discusse nel dettaglio con i Governi di Andorra, Monaco e San Marino, nel pieno rispetto della loro sovranità e indipendenza. In linea di principio, le opzioni da tre a cinque (ndr. Accordo quadro di Associazione, Partecipazione allo Spazio Economico Europeo, Paese membro dell’Unione Europea) fornirebbero una soluzione ai problemi principali che i Paesi di piccole dimensioni si trovano ad affrontare. L’opzione uno (status quo) non fornirebbe invece alcuna soluzione e dunque non è una delle soluzioni preferite. L’esperienza dell’UE dell’approccio settoriale (ndr. opzione due) ha dimostrato vari aspetti negativi. Per questa ragione e poiché essa fornirebbe soluzioni soltanto parziali, l’opzione due non è l’opzione preferita, ma a questo stadio non è completamente esclusa. L’opzione cinque resta una possibilità a lungo termine ma non è esaminata in questa sede. I Paesi di piccole dimensioni non hanno presentato domanda di adesione e la futura adesione non fornirebbe alcuna soluzione nel breve e medio termine.
Al contrario, le opzioni tre (Accordo quadro di Associazione) e quattro (partecipazione allo Spazio Economico Europeo) sono potenzialmente quelle più adeguate a salvaguardare il giusto equilibrio tra flessibilità e capacità di risolvere i problemi dei Paesi di piccole dimensioni, rispondendo allo stesso tempo ai requisiti richiesti dall’UE. Queste opzioni sono di conseguenza le due preferite, anche se esse meritano ulteriore riflessione ed esame, anche sulla loro possibile applicazione pratica. Se si dimostrasse impossibile procedere con queste due opzioni, allora altre opzioni, in particolare l’opzione due, potrebbero ricevere ulteriore considerazione.”

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