Segreteria Lavoro chiarisce sul decreto 67/2020

Segreteria Lavoro chiarisce sul decreto 67/2020

“Decreto 67/2020: facciamo chiarezza!”

 

Visti i comunicati e articoli apparsi nella settimana passata a firma di forze sindacali, associazioni di categoria, gruppi di imprenditori, partiti politici e giornalisti che hanno dato una lettura solamente parziale e interessata del decreto 67/2020, senza analizzarlo nel complesso, la segreteria di Stato per il Lavoro ritiene opportuno fare chiarezza.

Innanzitutto la decisione del governo di non procedere con il blocco dei licenziamenti è dovuta esclusivamente al fatto che sarebbe stato un palliativo poco utile che avrebbe congelato e spostato di pochi mesi delle scelte gestionali già prese, aggravando in tal modo la condizione di aziende già in difficoltà. Pertanto, a seguito del confronto avuto con categorie e forze sindacali, abbiamo ritenuto molto più utile ed opportuno ampliare i sostegni a favore di imprese e lavoratori e predisporre alcuni interventi a tutela dell’occupazione, in questo modo:

– abbiamo prorogato la Cassa Integrazione sino al 31 dicembre 2020 al contrario di quanto scritto da un partito politico poco attento o intellettualmente distratto. Le aziende, quindi, avranno accesso alla Cig straordinaria senza particolari adempimenti burocratici per 9 mesi (a partire da marzo) contro i soli 3 mesi della legge ordinaria. In questo modo abbiamo garantito alle attività economiche uno strumento flessibile per gestire la forza lavoro a seconda degli aumenti o contrazioni di lavoro, con uno strumento che, inoltre, avrà costi decrescenti. Infatti, a partire dal quarto mese, a carico del datore di lavoro resteranno solamente le festività, limitando, in tal modo, i licenziamenti.

– abbiamo prorogato la mobilità portandola dai 12 ai 18 mesi. In questo modo, aggiungendo la disoccupazione, chi perderà il lavoro avrà più di 2 anni di sostegno, dando così più tempo e più sicurezze a chi dovrà trovare un nuovo impiego.

– abbiamo garantito un ammortizzatore sociale minimo a tutti coloro che perderanno il lavoro, coprendo alcune fattispecie che sino ad oggi non avevano nessun tipo di tutela, come ad esempio i neoassunti.

– la segreteria di Stato per il Lavoro tornerà ad avere un ruolo attivo di mediazione nelle riduzioni di personale, consuetudine che nella scorsa legislatura era andata a sparire. L’attuale segretario di Stato, Teodoro Lonfernini, rifiuta categoricamente l’idea che i licenziamenti siano qualcosa di ordinario o una mera pratica amministrativa e intende dimostrare tutta la propria vicinanza e attenzione sia a chi perde il lavoro che all’azienda costretta a licenziare. Inoltre, sono stati disposti alcuni interventi per evitare (e punire) alcune pratiche elusive in occasione di cessazioni e riaperture di attività.

– abbiamo sospeso il tristemente famoso 4,5%, una pratica che, dietro alla “scusa” della velocità del procedimento, in realtà, ha solamente portato ad un aumento sproporzionato dei lavoratori non residenti rispetto ai residenti. Inoltre, ha creato perlopiù occupazione di lavoratori frontalieri inquadrati a livelli basici, avvilendone la professionalità. Finalmente si torna all’ordinario e a San Marino saranno impiegati più residenti e frontalieri qualificati e adeguatamente retribuiti. Scelta doverosa, in un periodo dove purtroppo si prevede un aumento della disoccupazione.

– abbiamo esteso il diritto di precedenza a favore dei lavoratori licenziati. Quindi, se un’azienda che ha proceduto con i licenziamenti collettivi avrà necessità di riassumere, dovrà prima richiedere la disponibilità degli ex lavoratori fintanto che questi godranno degli ammortizzatori sociali previsti dal decreto. In poche parole, dai 12 mesi della norma precedente ai 26 mesi di quelli attuali.

A un attento lettore, ma non politicamente condizionato, risulta quindi evidente che, nel complesso, questo decreto è riuscito a trovare un equilibrio tra la necessità delle aziende di contenere il costo del personale, la volontà di tutelare i posti di lavoro e, ove non possibile, la garanzia di un ammortizzatore adeguato, duraturo ed al contempo economicamente sostenibile.

Invitiamo dunque tutte le parti sociali, economiche, politiche e mezzi di informazione a fare realmente squadra, senza difendere esclusivamente interessi di parte o strumentalizzare questo difficile momento a fini politici.

 

La segreteria di Stato per il Lavoro

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