Nell’ottobre scorso veniva dato quasi per certo che la Germania avrebbe consentito alla Svizzera di mantenere il segreto bancario compensato da un sostanzioso prelievo – cumulativo – sui rendimenti dei capitali dei cittadini tedeschi, investiti nel sistema finanziario svizzero.
Analogo accordo sembrava essere imminente anche fra Svizzera e Inghilterra.
Poi una riunione dell’Ecofin, anche a seguito di un intervento del ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, ha, di fatto, bloccato detti accordi.
Che detti accordi siano bloccati lo si evince anche da una intervista di Gabriele Frontoni di Italia Oggi ad Algirdas Semeta, Commissario Ue al Fisco.
Domanda. Alla fine di ottobre, la Germania e il Regno Unito hanno avviato i negoziati
con la Svizzera per consentire a Berna di mantenere il segreto bancario a fronte
di una nuova imposta alla fonte del 30-35% sui profitti generati dai capitali
tedeschi e inglesi investiti nel paese. Come giudicate questa possibilità? Non
temete che si possa creare un pericoloso precedente per altri paesi?
Risposta. «Al
momento si tratta solo di un avvio di negoziato. Non credo che dovremmo
anticipare o speculare su un qualsiasi accordo finale. La Commissione è in
stretto contatto con il Regno Unito e le autorità tedesche per quanto riguarda
questi negoziati, e sono fiducioso che entrambi i paesi saranno totalmente
impegnati dai principi comunitari di good governance in materia di imposizione
fiscale. II governo inglese e quello tedesco sono consapevoli dei loro obblighi
derivanti dal diritto dell’Unione europea e ho tutte le ragioni per credere che
rispetteranno pienamente la legislazione Ue nei negoziati bilaterali».
meteo di N. Montebelli