Sigismondo d’Oro 2014: domani la cerimonia di consegna

Sigismondo d’Oro 2014: domani  la cerimonia di consegna

Si svolgerà nella Sala del Giudizio del Museo della Città nel pomeriggio di domani, sabato 20 dicembre, con inizio alle ore 17 la cerimonia di consegna del Sigismondo d’Oro 2014 nel corso della cerimonia del “Saluto di Fine anno”.

Un momento di riflessione e di festa attorno a Daniele Paci e Gian Luigi Rinaldi, i due riminesi che saranno insigniti, durante la cerimonia aperta a tutta la città, della massima onorificenza cittadina che viene attribuita ogni anno a coloro che attraverso la propria attività celebrano il nome di Rimini.

“Con Daniele Paci e Gian Luigi Rinaldi – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi -, intendiamo mettere in luce un particolare aspetto che in qualche modo li lega e li unisce allo spirito della nostra città: il valore dell’educazione e il coraggio delle proprie idee nell’attraversare l’esistenza a testa alta, consapevoli che quello che si fa individualmente ha un effetto su chi sta accanto. Due persone apparentemente molto diverse per età e sfera professionale ma che entrambe nella loro vita e con il loro lavoro, hanno onorato e onorano la nostra comunità.”

Rinaldi ha costruito una leggenda attraverso la sua instancabile attività di insegnante di basket. Quando si parla di lui, tutte le migliaia di ragazze e ragazzi che lo hanno avuto come ‘prof’, le decine di atleti che ha condotto sino al professionismo, ricordano il rigore di insegnante e la profonda comprensione di un’età complessa come l’adolescenza con cui si relazionato per anni, tutti i giorni e a ogni ora del giorno.

Paci da ‘magistrato ragazzino’, andando anche in direzione ‘ostinata e contraria’ per risolvere indagini difficilissime. Con la stessa determinazione e il medesimo coraggio non ha esitato a spostarsi in una ‘piazza’ complessa come Palermo, portando avanti il proprio lavoro con competenza e fortissimo senso etico.

La cerimonia avrà inizio alle ore 17 ed è aperta alla partecipazione di tutti i cittadini

LE BIOGRAFIE

Daniele Paci è nato ad Arezzo il 7 settembre 1959 e la  sua famiglia d’origine si è trasferita nella nostra città nel 1962. Primo di cinque fratelli, ha frequentato l’istituto tecnico Roberto Valturio.

Nell’ottobre 1982, dimessosi dal Consiglio  Comunale di Rimini, assemblea in cui era stato eletto due anni prima, si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna,  Ateneo presso il quale, nel luglio del 1986, si è laureato con lode.

Si è sposato nel 1990 con Mariagrazia Zangoli ed è padre di Eleonora nata nel 1994.

Nominato magistrato nel marzo 1990 ha ricoperto il primo incarico,  nella qualità di Sostituto Procuratore, presso la Procura della Repubblica di Rimini.

Nel corso degli anni ’90 si è occupato di numerosi procedimenti e indagini tra i quali sinteticamente si ricordano: il procedimento denominato “Romagna Pulita” in cui vennero sottoposti a misura cautelare 102 indagati, l’individuazione degli autori dell’omicidio di Roberto Maranzano avvenuto all’interno della comunità terapeutica di San Patrignano, le indagini relative all’omicidio di Giovanni Pascale (giovane ucciso da un agente della polizia stradale). Con il collega Paolo Gengarelli ha coordinato  le indagini relative alla cosidetta “truffa del marmo nero” che causò alle parti offese un danno complessivo di circa 60 miliardi di lire e con la collega Paola Bonetti l’indagine “Long drink” relativa ad una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in danno dell’erario che portò all’emissione di oltre 60 misure cautelari nei confronti di importanti imprenditori romagnoli,  veneti e della Repubblica di San Marino.

L’indagine  più rilevante  che ha  condotto è quella culminata con la cattura dei fratelli Savi e dei loro complici noti come i killer della “banda della Uno bianca”. Ha diretto un gruppo investigativo di cui facevano parte l’ispettore Luciano Baglioni e dall’assistente  capo Pietro Costanza, ufficiali di polizia giudiziaria che nel novembre 1994  individuarono Fabio Savi. Individuati i componenti della banda, ha contrastato, disponendo oltre duecento accertamenti, la tesi per la quale la banda avesse operato per conto di altre “entità”. Le sentenze definitive emesse dalle  Corti di Assise di Bologna, Pesaro e  Rimini hanno escluso il concorso di persone rimaste ignote nei delitti commessi dai fratelli Savi. Al termine delle indagini è emerso che la banda criminale, tra il giugno del 1987 e l’ottobre del 1994,  agendo nelle province di Bologna,  Forlì, Rimini, Ravenna  e Pesaro ha cagionato la morte di 23 persone e il ferimento di oltre cento.

I fratelli Savi e i loro complici nella nostra provincia,  oltre ad aver commesso 27  rapine ai danni banche, supermercati, uffici postali e distributori di benzina, hanno ferito gli agenti della Polizia di Stato Luigi Cenci, Addolarata Di Campi e Antonio Mosca, quest’ultimo deceduto qualche mese più tardi, ucciso la guardia giurata Giampiero Picello e ferito altre sei persone nel corso di una rapina ad un furgone portavalori presso il supermercato coop di Rimini, attentato alla vita di Vito Tocci ,  Nino De Nittis e Marco Madama, Carabinieri della stazione di Miramare,  tentato di uccidere il direttore dell’ufficio postale di Riccione Aniello Di Martino e il figlio Luca, ucciso i due cittadini senegalesi Ndiaye  Malik e  Babou  Cheikh e tentato di uccidere il loro connazionale Diaw  Madiaw,  ferito tre ragazzi di San Vito,  Maurizio Cavalli, Mirco Montalti   e Mirco Savioli ed, infine,  tentato di uccidere gli impiegati di banca Torri Fiorenzo e Vandi Luigino.

Ha ricoperto il ruolo di Giudice per le indagini preliminari e del dibattimento presso il Tribunale di Pesaro dal settembre 1999 all’ottobre del 2011 e in quel periodo ha redatto la sentenza su una banda di criminali russi, condannati per associazione mafiosa,  per delitti commessi nei circondari di Pesaro e Rimini.

In servizio dall’ottobre 2011 presso la Procura della Repubblica di Palermo, oltre a numerosi procedimenti in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione,  si  è occupato di indagini relative alle famiglie mafiose operanti nei territori di Bagheria, San Giuseppe Jato e Partinico.

Gian Luigi Rinaldi è nato a Novafeltria il 5 settembre 1934. Nel 1953 ha conseguito il diploma magistrale ed in seguito ha frequentato l’ISEF a Roma diplomandosi nel 1956.

Si è sposato nel 1961 con Rosanna Zolini ed è padre di tre figlie Gloria, Sonia e Mara.

Ha iniziato l’attività di insegnante di Educazione Fisica a Rimini nel 1956 e dal 1959  ha svolto la propria professione alla Scuola media n.1 “A. Panzini” fino al pensionamento avvenuto nel 1997.

Durante questo periodo ha organizzato gruppi sportivi, scolastici e non, coinvolgendo i ragazzi delle scuole medie in varie discipline sportive: dall’atletica leggera alla pallavolo alla pallacanestro fino alla pallamano e all’hockey su prato. Ha raggiunto più volte il girone finale Nazionale con il Gruppo Sportivo scolastico del Basket.

Per oltre 40 anni, è stato prima Delegato e poi Presidente del Comitato provinciale della Federazione Italiana Pallacanestro occupandosi di vari compiti e ideando e organizzando l’insegnamento della pallacanestro nelle scuole elementari della Provincia di Rimini.

Dal 1960 al 2002  ha svolto l’attività di allenatore di Pallacanestro della principale Società sportiva cittadina, ora Crabs.

Per decenni ha organizzato tutto il settore giovanile del basket riminese. Nel 1972  ha allenato la Prima Squadra riminese dell’allora “Polisportiva Libertas Rimini” portandola alla promozione dalla serie C alla serie B ed in onore di questo evento così importante per la città di Rimini e per tutto il Basket  locale la Libertas gli ha donato una medaglia d’oro.

Nel 1974 , anche per avviare le tre figlie al basket, ha fondato una squadra femminile che è all’origine dell’attuale società sportiva “Happy Basket”.

Dal 1974 al 2012  ha organizzato il settore Mini-basket dei Crabs ed ha continuato ad allenare bambini, ragazzi ed adolescenti e tuttora si mantiene nell’ambiente trasmettendo la sua passione cestistica ai bambini della scuola materna .

Come insegnante ed istruttore di pallacanestro ha allenato migliaia di ragazzi: tutti sono nel suo cuore e tra questi una cinquantina di giocatori sono arrivati a giocare in serie A. Due i più conosciuti: il compianto Luciano Vendemini e Carlton Myers.

Ha amato uno per uno tutti i suoi alunni, come pure i suoi giocatori: proprio come insegnante vuole essere riconosciuto: “Insegnante di valori e di vita oltre che di sport”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy